Non ci sono problemi di staticità per il palazzo interessato dalla frana che ha eroso il terreno intorno alle fondamenta a Genova Quezzi. Ciò rende sicuri anche gli altri due palazzi che erano a rischio proprio perché minacciati da un eventuale crollo dell'edificio vicino. Così gli sfollati, 168, potranno rientrare nelle case già dalle prossime ore.
L'assenza di pericolo è stata constatata da tecnici del Comune, vigili del fuoco e da un ingegnere strutturista incaricato dai proprietari degli immobili e dei terreni dell'area. L'ingegnere seguirà adesso la disposizione dei teloni di contenimento del terreno e la messa in opera di strumenti per rilevare i movimenti della terra. Sempre a carico dei residenti ci sarà anche la pulizia dell'alveo del rio Fereggiano dove sono finiti i detriti e la successiva messa in sicurezza della zona.
Era quasi l'una di notte quando un tonfo ha svegliato i residenti. Nel Fereggiano sono scesi 300 metri cubi di terra, sassi e detriti. Lì sopra c'è il civico 65 di via Portazza, di fatto sospeso sul letto del rio. Nello stesso punto, quasi un mese fa si era già verificato un piccolo smottamento. Sul posto arrivano Protezione civile, Vigili del fuoco, Polizia, Carabinieri e Municipale. Dopo un breve sopralluogo, la decisione: il palazzo potrebbe crollare da un momento all'altro, bisogna evacuare subito. Stessa misura per altri due palazzi sulla riva opposta, il 20 e il 106 di via Daneo, che in caso di cedimento verrebbero travolti. Tutti in strada, uomini, donne, bambini e anziani spaventati. Arrivano le ambulanze per dare assistenza e alcuni autobus dell'Amt per il trasporto degli sfollati.
Un primo punto di accoglienza è stato allestito al circolo Arci di via Pinetti, nella “Casa del Popolo”. Alcune famiglie sono state collocate in albergo. Comune e Municipio avevano messo a disposizione l'ex bocciofila di Mura dello Zerbino, già attrezzata per accogliere sfollati, dove è pronto un centinaio di posti letto. I Vigili del fuoco raccolgono i nominativi dei residenti per fornire generi di prima necessità e pasti caldi, ma soprattutto per consentire agli abitanti di prendere i propri effetti personali. Poi ci si dovrà attrezzare per la notte.
Oltre allo sconforto c'è anche la rabbia. Perché quella frana è cominciata un mese fa e i cittadini avevano già dato l'allarme con le dovute segnalazioni. “Nessuno si è mosso”, dicono. Ma l'assessore ai lavori pubblici Gianni Crivello, arrivato a Quezzi insieme a Doria, Ferrante e altri membri della Giunta, chiarisce: “Più di venti giorni abbiamo fatto un sopralluogo insieme al Municipio. C'era stata una prima frana, ma proveniente da una proprietà privata. Abbiamo fatto un'ingiunzione perché è il privato che deve intervenire: stiamo aspettando ancora la risposta. Chiederemo i danni, non abbiamo alcuna intenzione di lasciar correre”.
La priorità adesso è sgomberare l'alveo del Fereggiano, completamente ostruito dal materiale terroso. E la paura sale. “Dobbiamo subito liberare il letto perché non è detto che nel giro di qualche giorno non torni a piovere – spiega il presidente del Municipio Bassa Valbisagno, Massimo Ferrante – l'altra priorità è deviare gli scarichi dell'acqua perché il dilavamento rende il versante ancora più instabile. Poi andrà fatto tutto l'intervento di consolidamento”. Lavori che dureranno settimane. Tutto costruito in semplice calcestruzzo, senza armatura di ferro. Gli anziani del posto dicono addirittura che poggiasse su un antico muro a secco. Per la protezione civile regionale l'episodio non è collegabile all'ondata di maltempo degli scorsi giorni.
“È una situazione complicatissima, vedete com'è stata costruita la città negli anni Cinquanta e Sessanta. Noi comunque ci siamo, daremo assistenza agli sfollati come abbiamo sempre fatto”, aveva detto Doria prima di confrontarsi coi cittadini e fare il punto della situazione nella vicina sede della Protezione civile in via Donati.
“Stavo dondolando la mia bimba che ha due mesi, poi mi sono messo a dormire verso mezzanotte. Non ho sentito niente, mi hanno svegliato i vicini di casa”. Aslam abita proprio nell'appartamento al pian terreno, esattamente sopra la frana. “Stanotte ho dormito in macchina, mia moglie e la bambina sono dai vicini. Dove andremo? Non lo so, non abbiamo nulla”. Maria Francesca, invece, abita al civico 20 di via Daneo: “Poco prima dell'una io e il mio ragazzo abbiamo sentito un rumore. Il mio vicino ci ha detto di uscire, poi alle tre ci hanno mandati tutti via e ci hanno dato un pasto caldo. Speriamo almeno di recuperare qualche vestito”.
cronaca
Frana sul Fereggiano a Quezzi: rientrano a casa tutti gli sfollati
Verifiche positive: nessun problema di staticità
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