Matteo Renzi è salito al Quirinale per presentare le proprie dimissioni che al momento, confermano fonti concordanti, sarebbero irrevocabili. L'ipotesi maggiormente accreditata fino a questo momento è che Renzi possa restare fino all'approvazione della Legge di Bilancio da varare in Senato in tempi brevissimi, già entro venerdì.
L'ipotesi, dunque, è quella di una fiducia 'tecnica'. Una possibilità che ha come conditio sine qua non il congelamento delle dimissioni di Matteo Renzi fino all'approvazione della legge. L'iter potrebbe anche essere ulteriormente accelerato nel caso in cui al Senato si trovi un accordo per anticipare il termine della scadenza degli emendamenti in commissione e non presentare alcuna proposta di modifica. Un simile scenario già è stato praticato nel 2011 con il governo Berlusconi.
Ma su ipotesi di questo tipo arriva il No di Forza Italia. "Le strane ipotesi che circolano su un possibile congelamento della crisi del governo Renzi, con l'approvazione accelerata della legge di bilancio grazie addirittura a cosiddette "fiducie tecniche", sono del tutto impraticabili. Il No al Referendum è un voto di sfiducia a Renzi e alla sua attività di governo nel suo complesso". Lo affermano in una nota congiunta i capigruppo di Forza Italia al Senato e alla Camera, Paolo Romani e Renato Brunetta.
Il presidente del Consiglio in mattinata si è recato al Quirinale per un colloquio di oltre un'ora con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il capo dello Stato in una nota ha ricordato che "Vi sono di fronte a noi impegni e scadenze di cui le istituzioni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto, garantendo risposte all'altezza dei problemi del momento". "L'Italia è un grande Paese con tante energie positive al suo interno. Anche per questo occorre che il clima politico, pur nella necessaria dialettica, sia improntato a serenità e rispetto reciproco".
"L'alta affluenza al voto, registratasi nel referendum di ieri, è la testimonianza di una democrazia solida, di un Paese appassionato, capace di partecipazione attiva".
LE COMUNALI - C'è molta attesa soprattutto per le ricadute che avrà il voto sulle elezioni comunali in Liguria, dove nel 2017 si vota a Genova e La Spezia. Il sindaco Doria aveva annunciato il suo No a poche ore dal voto. Importante capire che peso avrà la sconfitta di Renzi nella corsa a Palazzo Tursi. Molte voci insistono sul "Doria bis".
L'AFFLUENZA - Mai così alto il numero dei votanti in un referendum costituzionale: il dato definitivo dell'affluenza è 65,47%, che diventa 68,48% se si considerano solo i voti in territorio italiano. Liguria leggermente sopra la media (69,73%), mentre al Sud il dato crolla tra il 54 e il 56%.
IN LIGURIA - Il No ottiene una vittoria netta anche in Liguria, piazzandosi al 60,08% (il dato per province: Genova 59,29%, Imperia 63,53%, La Spezia 58,99%, Savona 60,92%). Stupiscono alcuni dati nel comune di Genova. Complessivamente vince il No al 59,0%, ma in alcuni quartieri emerge una prevalenza del Sì intorno al 51-53%: Albaro, Castelletto, Carignano e alcune zone del Levante cittadino.
DOVE HA VINTO IL SI - Ha prevalso il Sì alla riforma in Toscana (52,51%), Emilia Romagna (50,39%), Trentino-Alto Adige (53,87%) e nettamente all'estero (64,7%). Altrove trionfa il No con punte del 70% al Sud. Tra le grandi città, vittoria del Sì a Milano (51,13%), Firenze (56,29%) e Bologna (52,23%)
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Referendum, Renzi sale al Quirinale: ipotesi fiducia 'tecnica' per il bilancio
Dimissioni "irrevocabili", ma non subito
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