cronaca

Arrestati dalla Polizia 21 tra italiani e albanesi
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Una macchina criminale, organizzata per far arrivare in Italia, e basta un semplice documento, albanesi diretti in Gran Bretagna, dove serve il visto, organizzando il loro espatrio, dalla carta d’identità falsa, all’accompagnatore, al biglietto fino a un po’ di contanti. Tutto a un prezzo tra i seimila e i diecimila euro.

La polizia di Genova ha emesso 21 misure cautelari,
di cui nove in carcere e una ai domiciliari, nei confronti di italiani e albanesi, accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il primo tassello sono i documenti, che venivano forniti da un gruppo di tossicodipendenti di Rapallo e Tigullio. Gli albanesi venivano precedentemente fatti giungere in Italia e muniti di carte di identità falsificate.

I documenti potevano essere pagati attraverso dosi di sostanze stupefacenti o in denaro, presso alcuni tossicodipendenti residenti a Rapallo che ne denunciavano falsamente lo smarrimento. La banda forniva, per 6-10 mila euro, il kit completo del clandestino composto da documento contraffatto, tessera sanitaria e accompagnatori muniti di regolare documento per agevolare il passaggio alle frontiere. Nel corso delle indagini svolte da gennaio 2015 gli agenti avevano già arrestato 7 albanesi in aeroporti e fermate dei pullman di linea (Milano, Bergamo e Parma e Torino) e 3 a Calais e Copenaghen.

L'indagine, nata da ripetute denunce di smarrimento delle carte identità che alcuni tossicodipendenti del Golfo del Tigullio sporgevano per ottenere un documento nuovo da rivendere alla banda ha portato all'arresto tra gli altri di Pietro Giovanni Montello, 66 anni, comandante di lungo corso genovese che progettava di trasferire i clandestini dalle coste francesi a quelle inglesi a bordo di yacht e che procurava carta d'identità italiana alterata con la sostituzione della fotografia, tessera sanitaria europea e titoli di viaggio.

A capo della banda Salvatore Occhioni, 56 anni di Rapallo, con il figlio William, 25 anni. Nel blitz la polizia ha eseguito le 21 misure cautelari richieste dal magistrato titolate dell'indagine Emilio Gatti. Otto indagati sono in carcere, altri ai domiciliari e con obbligo di firma. Due sono irreperibili.