Il corteo, partito dalla sede di Confindustria genovese di via San Vincenzo, ha percorso via XX Settembre per poi arrivare al Consiglio Regionale dove una delegazione ha incontrato i capigruppo. I sindacati di categoria, Cgil, Cisl e Uil, che accusano Tim "di voler perseguire il profitto aziendale rivalendosi solo sui diritti dei lavoratori", sono disponibili a riaprire una trattativa, sia sul contratto di secondo livello sia su quello del settore che "attualmente - spiegano - non ha avanzamenti di sorta. Ma a preoccupare, soprattutto è l'assenza di investimenti".
Tra i motivi della protesta anche il problema degli appalti, con gare al massimo ribasso che "da un lato peggiorano il servizio e dall'altro - spiegano i rappresentanti sindacali - portano anche a una riduzione dei diritti per chi lavora in quelle aziende". Il tutto, dicono i sindacati, "mentre la manovra produrrà un premio di risultato di 55 milioni di euro per il management".
LA REAZIONE DI RETE A SINISTRA - "Una decisione oscena e inaccettabile. Tim fa pagare ai lavoratori la sua sconsiderata politica dei tagli, imponendo una riduzione del costo del lavoro pari a 1,6 miliardi di euro. Zero investimenti, un gap tecnologico impressionante ancora da colmare rispetto agli altri Paesi economicamente avanzati, nessun piano industriale credibile, gestione opaca e conseguenti sanzioni dal garante delle telecomunicazioni", commenta il consigliere regionale Gianni Pastorino di Rete a Sinistra.
LA REAZIONE DEL M5S - "3200 dipendenti sono in contratto di solidarietà da 6 anni, mentre il contratto nazionale è scaduto nel 2014 e mai rinnovato, senza contare l'azzeramento degli straordinari, il blocco agli scatti d'anzianità, la riduzione della tutela per le malattie e delle maggiorazioni per reperibilità e festivi. Nonostante gli enormi sacrifici fatti dai lavoratori in questi anni, il management continua a tagliare su stipendi e servizi garantendo bonus milionari ai manager che hanno contribuito a portare Telecom allo stato in cui si trova oggi", denunciano Alice Salvatore e Marco De Ferrari, portavoce M5S Liguria.
LA RISPOSTA DELLA TIM - L'azienda "smentisce qualsiasi indiscrezione relativa all'individuazione di esuberi all'interno della società e all'avvio di procedure di legge conseguenti, sottolineando che l'azienda ha più volte ribadito alle organizzazioni sindacali la volontà dell'attuale management di salvaguardare il perimetro organizzativo e di gestire le eccedenze produttive attraverso processi di formazione e riqualificazione professionale che porteranno a un più efficace impiego delle competenze dei singoli, consentendo l'internalizzazione di attività ad alto valore aggiunto e il potenziamento delle attività legate al core business aziendale".
IL COMMENTO
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