Cronaca

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Mancano ancora cinque mesi all'apertura della nuova stagione del teatro Carlo Felice ed è già sciopero per la prima dei "Vespri siciliani" di Verdi. Perchè il burrascoso direttore d'orchestra israeliano Daniel Oren non ritiene il cast all'altezza. E così è subito sciopero per gli 86 orchestrali che in un documento indirizzato al sovrintendente Gennaro Di Benedetto parlano di "disagio artistico" e rivendicano il diritto di inaugurare la prossima stagione sotto la guida del direttore principale. "Ho chiesto al sovrintendente di di cambiare opera o cast - spiega Oren - cercando la disponibilità di artisti del calibro di Fiorenza Cedolins, Daniela Dessì, Carlos Alvarez. Mi è stato risposto no. Il sovrintendente non mi ha neppure mostrato il programma della stagione. Come primo direttore ho diritto di dare indicazioni sui cantanti". Dal canto suo Gennaro di Benedetto non rilascia dichiarazioni in merito alla questione, non attraverso la stampa e ritiene inopportune quelle fatte da Oren. Oggi intanto è stato reso noto il comunicato dei sindacati, in appoggio all'orchestra, e che pubblichiamo integralmente. "Il documento di denuncia dei professori d'orchestra del Teatro Carlo Felice ha evidenziato una politica di scarsa attenzione ai valori artistici, non in linea alle aspettative di crescita auspicate dai lavoratori. Le Organizzazioni Sindacali, preoccupate per il futuro del Teatro, rammentano ai vertici dirigenziali che, stante la crisi economico-finaziaria che attraversa da tempo le Fondazioni Lirico-Sinfoniche italiane, soltanto i Teatri che raggiungeranno un eccellente profilo artistico potranno inserirsi nel panorama nazionale ed ottenere il giusto riconoscimento per avere un futuro certo. La politica programmatica della Sovrintendenza e della Direzione Artistica, che ha caratterizzato l'andamento delle ultime stagioni musicali, reintroduce per la stagione 2007/2008 elementi vetusti, privi di contenuti innovativi e di rilancio.Non si riscontra alcun segnale che possa far pensare ad un serio ed articolato progetto sul territorio. Manca un'attività di promozione musicale socio-educativa indirizzata ai giovani.Un Teatro che non investa sui programmi che abbiano questi contenuti è un Teatro senza futuro.Inoltro le anomalie gestionali e le continue problematiche organizzative mettono costantemente i lavoratori in grave difficoltà tecnico-operative, precludendo qualsiasi miglioramento professionale necessario al raggiungimento dei livelli artistici ottimali auspicati.La Fondazione ha potenzialità umane e artistiche che non vanno disperse.La crescita del Teatro deve passare necessariamente attraverso il consolidamento economico, la stabilità occupazionale e il miglioramento delle condizioni dei lavoratori.Le Organizzazioni Sindacali, auspicano l'avvio di un nuovo percorso teso al rilancio del Teatro e alla diffusione della Musica come elemento di crescita culturale, sociale ed economica della nostra collettività".