
Partiamo dai cambi: se non vi piace più o avete sbagliato misura, è sempre il negoziante che decide se consentire il cambio o meno. Se invece il prodotto è danneggiato o non conforme, scatta l'obbligo di ripararlo o sostituirlo, e se questo non è possibile, il venditore deve ridurre o restituire il prezzo pagato. L'importante, in tutti i casi, è conservare lo scontrino.
Il compratore è però tenuto a denunciare il problema entro due mesi da quando lo scopre, tenendo conto che la garanzia vale due anni dal giorno dell'acquisto. Meglio comunque lasciar perdere merce senza etichette o istruzioni per l'uso, perché si rischia di danneggiarlo e di perdere soldi.
Prova dei capi? Non c'è obbligo. Anche qui decide il negoziante. Se si può, però, è meglio farlo. Capitolo prezzi: il negoziante è obbligato a indicare il prezzo normale di vendita, la percentuale di sconto applicata e il prezzo finale. Diffidare da chi è poco chiaro. La carta di credito va accettata sempre, anche in periodo di saldi. Attenzione ai famosi 'tassi zero', che non includono le spese accessorie connesse al credito e il Taeg, tasso annuo effettivo globale.
E poi: cosa si può mettere in saldo? I capi proposti devono avere carattere stagionale o di moda. Ma nulla vieta di porre in vendita anche capi fuori stagione.
IL COMMENTO
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