Dopo quasi un anno e mezzo di polemiche è arrivata l'intesa tra Città metropolitana e il Comune di Chiavari: niente depuratore di comprensorio, ma un impianto collocato nell'area del Lido che serva la sola valle dell'Entella, mentre Sestri Levante e la Val Petronio avrebbero un depuratore ad hoc.
Il progetto futuro dovrebbe prevedere anche la ristrutturazione della piscina olimpionica che attualmente occupa l'area. Un primo consenso è arrivato dal sindaco Roberto Levaggi, che però si riserva di approfondire in un ulteriore incontro il 24 gennaio.
I 67 sindaci metropolitani dell'Ato avevano deciso a maggioranza di costruire sulla cosiddetta ‘Colmata’ di Chiavari un unico impianto comprensoriale di depurazione da 210.000 abitanti equivalenti che servisse sia la valle dell’Entella (Chiavari, Lavagna ed entroterra) sia la Val Petronio (Sestri Levante ed entroterra). Decisione che poi era stata rivista, a causa della forte opposizione del Comune di Chiavari: identificata per la Val Petronio l’area di Ramaia, a Sestri Levante (impianto da 70.000 abitanti equivalenti), restava da individuare un sito per il depuratore della valle dell’Entella (140.000 abitanti equivalenti), e oggi finalmente la soluzione è stata trovata.
Se il 24 gennaio la decisione del territorio sulla collocazione del depuratore al Lido di Chiavari sarà positiva, il 3 febbraio in Città metropolitana si terrà l’assemblea Ato che sancirà la revisione della delibera sul depuratore unico assunta nel settembre 2015. “Con questo accordo – afferma Enrico Pignone, consigliere delegato all’ambiente della Città metropolitana – sono avviate a soluzione tutte le situazioni critiche del territorio metropolitano, che come molte altre zone d’Italia era sotto procedura di infrazione da parte dell’Unione europea perché non rispettava i parametri comunitari sulla depurazione delle acque reflue, e quindi a questo punto dovrebbero essere scongiurate le non lievi sanzioni Ue.
L'IMPIANTO DI RECCO - Pignone ritiene molto improbabile che possa arrivare la sanzione Ue, anche se sotto il profilo giuridico è in teoria possibile, in quanto deve trascorrere un anno dall’inaugurazione (quindi ancora 5 mesi) prima che il rischio sanzione sia definitivamente scongiurato.
“Per quel che riguarda Rapallo – aggiunge il consigliere delegato all’ambiente – il progetto del nuovo depuratore in località Ronco è da tempo approvato, il cantiere consegnato all’impresa e i lavori sono ormai avviati; a Santa Margherita Ligure l’impianto inaugurato nel 2013 è pienamente operativo e infine sono ormai approvati anche i progetti di Arenzano e di Genova Cornigliano, il cosidetto Dac (depuratore area centrale genovese), che sorgerà in un’area ex Ilva vicina alla foce del torrente Polcevera e quindi più lontana dalle case rispetto a quella dove sorge l’attuale depuratore, che peraltro è a norma. Sono già in esecuzione le opere preliminari”.
L'IMPIANTO DI GENOVA - Il Dac, depuratore area centrale di Genova Cornigliano, sorgerà in un’area ex Ilva vicina alla foce del torrente Polcevera e quindi più lontana dalle case rispetto a quella dove sorge l’attuale impianto (che peraltro è a norma ma causa cattivi odori). Pignone, dopo aver informato che sono già in esecuzione le opere preliminari, ha annunciato l’intenzione di dirimere il conflitto con Autostrade per l’Italia, che nel tracciato progettato per la Gronda autostradale di Genova prevede un’opera (un pilone) che interferisce con le opere necessarie alla realizzazione del nuovo depuratore.
“Autostrade per l’Italia – rileva il consigliere delegato – è sempre stata pienamente informata del progetto del depuratore e non può non tener conto che quest’opera è prioritaria, anche se la sua prima risposta alla nostra lettera dello scorso ottobre (Dac Lettera a Autostrade), il 4 novembre 2016, è stata di indisponibilità e modificare il tracciato della Gronda. Per questo ho scritto una lettera al Comune di Genova (Dac Lettera a Comune genova) affinché convochi le parti al fine di trovare una soluzione”.
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