Martedì critico per Genova. In consiglio comunale va in votazione la delibera sull'aggregazione Iren-Amiu che di fatto privatizzerà l'azienda che gestisce i rifiuti in città. Lavori blindati, dunque, a Palazzo Tursi, con una doppia protesta: da una parte i lavoratori del settore rifiuti, dall'altra i commercianti che dicono no all'ennesima stangata della Tari già contemplata dal progetto di fusione.
Una richiesta di sospensiva è stata però firmata da Malatesta (Possibile), Villa (Pd), Bruno (RaS) e Movimento 5 Stelle. Il documento è stato depositato e il Consiglio lo valuterà nei prossimi minuti. In questo caso la delibera sarebbe rinviata a un'altra data.
I lavoratori si sono riuniti in presidio davanti a Palazzo Tursi. L'ingresso è stato transennato su ambo i lati per evitare azioni di sfondamento. Solo una delegazione di circa cinquanta persone è stata autorizzata a entrare in sala rossa per seguire i lavori.
INTESA STRACCIATA - Mani alzate quasi all'unanimità ai Magazzini del Cotone per dire no all'ipotesi di accordo firmato venerdì 26 gennaio da Cgil, Uiltrasporti e Fiadel. Lo sciopero, dopo la bocciatura da parte della Commissione di garanzia della Prefettura, è stato ritirato da tre sigle sindacati su quattro a causa del rischio sanzioni. Ma il segretario generale Uil Trasporti Liguria, Roberto Gulli, fa spallucce e conferma la protesta: "Prendiamo atto dell'illegittimità dichiarata dalla commissione". Assemblea generale per le ore 13.30 e presidio in via Garibaldi.
PESCE BOLLENTE - Nello stesso giorno doveva esserci anche il sopralluogo pomeridiano alla struttura di Cà de Pitta, a Molassana, dove ha preso sede il nuovo mercato del pesce debuttato tra caos, rallentamenti e proteste. Niente carovana di furgoni ma solo un incontro a Palazzo Tursi in mattinata tra operatori e Comune. Ma non sono da escludere iniziative di protesta in giornata.
MAGGIORANZA A RISCHIO - Due consigliere entrate in 'Lista Doria', Marianna Pederzolli e Clizia Nicolella, hanno già annunciato il proprio no: “Saremo chiamati a votare un’operazione di aggregazione societaria che mette in discussione l’ottimo piano industriale di Amiu votato due anni fa. L'operazione è tutta a vantaggio di Iren. Eppure nell’ambito del trattamento dei rifiuti questa amministrazione ha votato nel 2014 un piano industriale di grande innovazione che superava il concetto di incenerimento, avendo come obiettivo il recupero della materia e la chiusura a freddo del ciclo dei rifiuti".
Giampaolo Malatesta, consigliere comunale di Possibile, chiede "con urgenza la riapertura del tavolo tra amministrazione comunale e sindacati perché manca il presupposto per cui è stata licenziata in commissione: l'accordo sindacale". L'unica garanzia, per Alessio Piana della Lega Nord, è che "la Tari, poco o tanto, aumenterà".
LA LETTERA - I lavoratori Amiu hanno inviato ai consiglieri comunali una lettera aperta chiedendo di votare no alla delibera. Di seguito il testo integrale.
"Caro/a consigliere/a siamo un gruppo di lavoratori AMIU. In questi giorni sarai chiamato ad esprimere il tuo parere sulla delibera di “aggregazione” AMIU/IREN.
I lavoratori AMIU a larghissima maggioranza hanno votato contro l'intesa che CGIL-UIL-FIADEL hanno stipulato con la Giunta, motivando il loro NO col fatto che questa azienda di fatto viene privatizzata, che il controllo pubblico non sarà più possibile, Genova diventerà sempre più dipendente da scelte fatte a Torino o a Reggio Emilia e il servizio pubblico, i posti di lavoro, le retribuzioni dei lavoratori saranno a rischio. Il Comune di fatto rinuncia a far funzionare questa azienda e a risanarla dopo che, se AMIU è passata da un bilancio in attivo del 2012 a un bilancio passivo, è per scelte non fatte o per scelte sbagliate di chi dal 2007 ha governato questa città.
La delibera trova contrari associazioni ambientaliste, associazioni di categoria, lavoratori, ognuno per il suo pezzo: vorrà pur dire qualcosa e ognuno ha senz'altro un po' di verità. Siamo oltre 1700 lavoratori del Gruppo AMIU: è una colpa se vogliamo difendere il nostro posto di lavoro, la nostra professionalità e non vederla messa in discussione da una azienda che con la nostra città oramai ha pochissimi rapporti?
In fondo chiediamo di avere più tutele e certezza di investimenti a Genova. Per questo abbiamo chiesto di inserire l'accordo di luglio 2016 nella delibera, ma questo IREN non lo vuole e il Comune si adegua. Per questo siamo in piazza per difendere futuro nostro e di una azienda genovese, che, pur con mille difetti, sino a oggi ha saputo dare risposte ai cittadini.
PER QUESTO TI CHIEDIAMO DI VOTARE NO ALLA DELIBERA"
cronaca
Amiu-Iren, Palazzo Tursi blindato: delibera al voto, doppia protesta
Incontro per il mercato del pesce, possibili manifestazioni
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