Il Pd ligure domani vivrà una delle giornate più delicate della sua vita politica. Il commissario David Ermini, inviato da Renzi a Genova dopo l'incredibile sconfitta regionale, riunirà la crema dei militanti per decidere probabilmente un congresso prima delle elezioni amministrative di Genova e La Spezia.
Congresso pericoloso se dovesse essere il palcoscenico per l'esplosione di tutti i malesseri del partito che in questi due anni non sono stati curati. Anzi, a loro volta, hanno generato problemi su problemi, suddivisioni di correnti in sottogruppi con la devastante aggiunta del referendum divisivo della pesante sconfitta.
Insomma, il Pd genovese soprattutto (ma quello ligure non è che abbia una salute di ferro, tutt'altro) vede davanti a sé la débacle delle comunali a vantaggio o dei Cinque Stelle o addirittura di un centrodestra che Giovanni Toti è riuscito a ringalluzzire. La scelta di un segretario regionale che dia stabilità al partito dopo la (troppo) cortese amministrazione controllata di Ermini, è lo snodo.
Se sceglieranno un nome senza peso, dunque debole, o solo giovanilista, le faide potranno determinare l'implosione del partito dove i renziani sono tanti gruppetti più potentati che altro e dove gli altri non hanno inciso particolarmente nella vita politica.
Quelli che stanno ancora a Palazzo Tursi sono fantasmi spenti nell'ombra alienante del sindaco, la minoranza nazionale invece a Genova si rafforza possedendo ancora alcune figure storiche di ex che il vuoto pneumatico del resto del Pd ha dfatto diventare un solido e abile esercito di riservisti.
Serve allora un pacificatore. E non può essere bellicoso per evitare ossimori anche politici. Probabile che il buon senso alla fine prevalga e la maggioranza del partito si orienti su un nome tranquillo come quello del senatore del Tigullio Vattuone. Persona perbene, pacata, fuori dalle beghe create dall'assenza di grandi idee guida, Vattuone è l'uomo giusto per non accendere fiamme.
Un saggio pompiere che potrebbe essere l'ultima carta giocabile prima della prova elettorale che, se come pare non sarà seguita a stretto giro di posta dalle elezioni nazionali, diventerebbe la prova elettorale più importante per tutti i partiti e i movimenti.
Genova città bersaniana che misura la tenuta del Pd post-renziano e pre-scissionista, patria del capo dei Cinque Stelle con crepe ben in vista dopo la fuga del saggio Putti, trampolino degli scoop politici di un Giovanni Toti che, alleato garantista della Lega e di Fratelli d'Italia, potrebbe calare l'asso del futuro salto nazionale. Se non sarà Vattuone, guidatore sobrio e misurato, per il Pd si potrebbero aprire strade molto scivolosi.
politica
Il Pd e la scelta di un segretario tranquillo
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