Martedì è stata una giornata devastante a Palazzo Tursi, dove si votava la delibera con cui si dava il via all'ingresso in maggioranza di Iren nell'azienda di igiene urbana. Dopo l'assedio di lavoratori e sindacati a Consiglio e città, poco prima delle 20 è arrivato il verdetto: 19 no, 14 sì e 6 astenuti. Giunta che si riunisce di corsa, bocche cucite e lo sfogo di Doria in un comunicato: "Irresponsabili".
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IL MARTEDI' IN CONSIGLIO
In tarda mattinata si è riunita nuovamente la giunta. Una seduta blindata per decidere il da farsi, non solo sul futuro dell'amministrazione ma anche su quello di Amiu. A Palazzo Tursi c'era anche il segretario genovese del Pd, Alessandro Terrile. "Stamattina ci siamo sentiti - ha riferito - e gli ho detto che c'è un problema grave da risolvere, quello di Amiu. Ora bisogna che la giunta trovi una soluzione in tempi veloci".
Infatti il 31 marzo scadono i termini per i fidi bancari e l'azienda rischia di finire travolta dai debiti. In caso di dimissioni, è bene ricordarlo, non si andrebbe a elezioni anticipate ma arriverebbe un commissario prefettizio per gestire l'ordinaria amministrazione. E la partita della 'rumenta' è davvero urgente. I sindacati, dal canto loro, non si oppongono a priori all'ingresso di un privato, ma vogliono che il controllo dell'azienda resti pubblico (impossibile se Iren entra al 51%, com'era previsto) e chiedono garanzie sulla proroga del contratto di servizio. Di fatto, il rispetto dell'accordo di luglio disatteso dal Comune.
LO SCIVOLONE
Il primo cittadino è finito vittima di un doppio fuoco. Da una parte il centrodestra che, spinto dal governatore Toti, ha cambiato strategia: dall'astensione alla scevra opposizione. Una riunione nel pomeriggio ha compattato il fronte. Otto i voti contrari dal centrodestra (compresa l'Udc), cinque dai pentastellati (compreso Effetto Comune), due da Conservatori e Riformisti e altri due da Federazione della Sinistra. Ma a questi va aggiunto il 'fuoco amico' della maggioranza: in Lista Doria, le consigliere Pederzolli e Nicolella hanno votato no, mentre Luciovalerio Padovani si è astenuto, così come i tre di Percorso Comune (Gozzi, Caratozzolo, Vassallo). In tutto sei voti che, sommati agli altri 14 sì, sarebbero stati determinanti per promuovere la delibera.
LA PROTESTA IN CITTA' (VIDEO)
La bocciatura è stata accolta dai manifestanti sugli spalti con urla di esultanza. Ma i comunicati dopo la tesissima riunione della giunta sono al vetriolo. "Il voto irresponsabile di oggi apre una fase drammatica per Amiu. È stata bocciata una proposta seria che avrebbe garantito un futuro all’azienda, consentendo la proroga del contratto di servizio e la indispensabile dotazione di impianti, contenendo al minimo la tariffa a carico dei genovesi. Al contrario la rinuncia a questa prospettiva non potrà che avere effetti pesanti sulla Tari per evitare il dissesto di Amiu". Questa la dichiarazione di Doria consegnata ai giornalisti.
IL GELO
Le dimissioni di Doria sono ben più che un'ipotesi. Secondo indiscrezioni di Tursi, il sindaco avrebbe confermato l'intenzione di lasciare se la delibera non fosse passata. Nessuna dichiarazione al termine del vertice serale. In una nota Doria si dice "impegnato in queste ore insieme alla Giunta a valutare gli scenari che si sono aperti per la città, per i genovesi e per i lavoratori di Amiu". Solo il vicesindaco Bernini si sbottona: "Da domani faremo riflessioni che riguarderanno anche il futuro dell'attività amministrativa. I cittadini dovranno valutare se è stato salvaguardato il loro interesse o quello di bottega". Doria ha parlato di dimissioni? Per dire no ha scosso la testa. Dal primo cittadino solo un educato "arrivederci". Il capogruppo dem Farello, dopo l'ennesima débacle della maggioranza, parla di un "esito naturale di un ciclo amministrativo".
Ma a intervenire è soprattutto il segretario genovese del partito, Alessandro Terrile: "Ora credo che la priorità sia ancora trovare una soluzione per Amiu, ma bisogna velocemente capire se si può fare, avendo i numeri in questro ciclo amministrativo oppure occorrerà farlo nel prossimo. In quel caso arriverà un commissario perché il nostro obiettivo non è certo galleggiare". E poi ha aggiunto: "Si chiude una fase e se ne apre una nuova. Questo non vuol dire di per sé che il Pd andrà per forza da solo, ma che se metà della Lista Doria ha abbandonato il sindaco occorre fare delle valutazioni".
DORIA: "IRRESPONSABILI"
Il sindaco Doria su Facebook nella notte ha rincarato la dose: "I cittadini genovesi dovranno sopportare nel 2017 un aumento della Tari che sarà molto pesante. L'assemblea ha bocciato una proposta seria dell'amministrazione su Amiu che, con la partecipazione di Iren, avrebbe permesso investimenti in impianti, una prospettiva di lavoro per l'azienda e quindi garanzie per i suoi dipendenti. Ricordo a tutti che Iren è una società italiana controllata da comuni italiani; è dunque una società pubblica. Sarebbe stato possibile con questa soluzione contenere i costi della tariffa a carico dei cittadini e dilazionare negli anni gli aumenti che sono necessari - e obbligatori per legge - per la messa in sicurezza della discarica di Scarpino. Un voto irresponsabile del centrodestra, del M5S e di altri consiglieri eletti nella maggioranza, che peraltro nel suo programma elettorale indicava la necessità di un socio industriale per Amiu apre una crisi seria. Per Amiu e i suoi lavoratori innanzitutto. L'azienda ha un contratto di servizio che scade nel 2020 e solo con un'aggregazione industriale come quella prevista sarebbe stato possibile prolungarlo dando maggiori garanzie ai suoi lavoratori. Più che mai a mio parere serve alla città una coalizione di persone responsabili. Oggi non c'è stata".
TOTI: "NESSUNO SGAMBETTO"
"Nessuno in Comune a Genova provi a scaricare sul centrodestra la responsabilità di quanto accaduto sull'operazione Iren-Amiu. Non vi è stato alcuno sgambetto né, come qualcuno vorrebbe far credere, una cinica speculazione politica". Lo scrive il governatore della Liguria Giovanni Toti sul suo profilo Faceboo. "L'opposizione nelle sue varie anime ha votato contro un piano tardivo e confuso. Prova ne è il fatto che è stata la stessa maggioranza a rifiutare la soluzione proposta dal sindaco", scrive il governatore. Toti, sottolineando la speranza che il suo schieramento possa guidare tra qualche mese anche il Comune di Genova, aggiunge: "Faremo di tutto per evitare che il prezzo della loro incapacità venga pagato dai cittadini".
"Vi sembra normale - spiega il governatore - che un'amministrazione in carica da cinque anni si accorga del disastro dei rifiuti a Genova negli ultimi due mesi di mandato? Vi sembra normale che un piano non preveda investimenti e progetti tali da garantire lo smaltimento dei rifiuti nel capoluogo? Vi sembra normale che in dieci anni la Regione e la città di Genova, entrambe a guida Pd, abbiano lasciato la Liguria all'anno zero per quanto riguarda la raccolta differenziata? Vi sembra normale che una maggioranza accusi le opposizioni della propria incapacità di governare? La verità - afferma il presidente Toti - è che la maggioranza raccogliticcia è arrivata al capolinea, travolta da liti, personalismi, assenza di visione e di progetti da rivendicare di fronte ai cittadini".
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