cronaca

Presentata al Centro Mascherona la campagna "Questo non è amore"
2 minuti e 53 secondi di lettura
 Una sudamericana madre di due figli, provata dalle continue vessazioni e le violenze del marito dopo averlo denunciato, è stata costretta a tornare in Patria e a sradicare così da scuola e affetti anche i figli nati in Italia: "Non ce la faccio a rimanere qui perché vivo nel terrore di rincontrarlo". È uno dei casi di cui si è occupato il Centro Antiviolenza Mascherona dell'Unione Donne Italiane di Genova. Uno sportello a cui ogni anno si rivolgono 360 donne.

Il caso è emerso durante la presentazione della campagna contro le violenze di genere promossa dalla Polizia di stato e a cui hanno preso parte anche il questore Sergio Bracco, l'assessore alla Sicurezza del Comune di Genova Elena Fiorini, l'assessore alle Politiche Sociali della Regione Liguria Sonia Viale e il prefetto Fiamma Spena.

Delle 360 donne che telefonano al centro di via Mascherona quasi il 50% avvia un percorso per essere aiutata con l'aiuto dei distretti sociali del Comune aperti anche alle donne clandestine. Alle donne che rischiano violenze fra le mura domestiche viene trovato un posto nelle case rifugio, poi si avvia un percorso più strutturato. La giornata contro le violenze è stata organizzata dalla Polizia nell'ambito della campagna "Questo non è amore" con un camper trasformato in un centro di informazione itinerante.

Quattro le tappe in città: piazza Matteotti, il mercato rionale di Marassi, il centro commerciale La Fiumara, piazza Caricamento. A parlare delle donne che chiedono aiuto è stata Silvia Cristiani, psicologa del Centro di via Mascherona, il primo in Liguria e fra i primi in Italia, gestito dalla cooperativa sociale Cerchio delle Relazioni, dove operano psicologi, avvocati e gruppi di aiuto. "In tutti i casi che trattiamo c'è violenza psicologica, nel 40% dei casi anche fisica", ha detto Cristiani.

"Siamo consapevoli che un percorso importante è stato fatto grazie all'impegno di tutti. Se penso alla mia mamma mi rendo conto che non avrebbe mai potuto fare il mio lavoro. Addirittura per le donne non c'era neppure il diritto di voto, ma bisogna proseguire con questo percorso e con l'indignazione perchè ci sono ancora troppe violenze sulle donne anche in ambito delle famiglie. Su questo non bisogna smettere di lavorare". Lo ha detto il prefetto di Genova Fiamma Spena.

L'assessore alle Politiche Sociali della Regione Liguria Sonia Viale ha spiegato di avere la delega alla Sanità e dunque ai pronto soccorso. "Per questo mi impegno in modo che il percorso di aiuto alle donne che subiscono violenze inizi proprio dai pronto soccorso, in modo che vengono ospitate in modo adeguato e accompagnate insieme agli altri uffici competenti nel lungo percorso sino alla denuncia".

Il questore di Genova Sergio Bracco che ha accompagnato passo passo la campagna della polizia di Stato "Questo non è amore" ha ricordato come per le donne nella questura di Genova ci sono due uffici dedicati in cui operano molte agenti donne. "Ci sono squadre specializzate alla squadra mobile e alla divisione anticrimine. La nostra attenzione alle donne vittime di violenza è sempre massima". Elena Fiorini, assessore ai Servizi sociali di Genova e di professione avvocato penalista ha sottolineato: "Ho sempre avuto grande attenzione ai reati contro le donne. Non a caso da quando faccio l'assessore le uniche udienze a cui ho preso parte sono state davanti ai giudici della Cassazione per tre diversi casi di femminicidio, di tre donne uccise da uomini".