cronaca

Incontro a San Benedetto, aperte pratiche simboliche
1 minuto e 8 secondi di lettura
Il diritto a chiamarsi con un nome che corrisponda al sesso prescelto: lo chiedono le persone trans oggi con una giornata nazionale di sensibilizzazione, nella quale verranno aperte simbolicamente pratiche di cambio anagrafico. Oggi il cambio anagrafico è possibile solo con ricorso in tribunale tramite rilascio del certificato di disforia di genere rilasciato da uno psicologo o uno psichiatra. Solo presso alcune Asl esiste un consultorio transgenere. In Liguria ad esempio è inesistente.

"Tutti mi chiamano Clara ma la burocrazia mi costringe a mantenere un documento con un nome maschile, è una cosa molto spiacevole" ha detto una delle trans presenti alla conferenza stampa odierna, promossa dall'Associazione consultorio transgenere, l'Associazione Princesa e il Movimento identitá sessuale (Mit) con la Comunitá di San Benedetto.

"L'iniziativa è storica in Italia, perché permette di scegliere un'identità senza ricorrere all'operazione del cambio di sesso" ha detto Domenico Chionetti della Comunitá di San Benedetto. La presidente dell'associazione consultorio Transgenere Regina Satariano ha aggiunto che "l'imbarazzo alla presentazione dei documenti porta tanti trans a non andare a votare o chiudersi in casa. Il cambio anagrafico per chi non vuole intervenire chirurgicamente è sancito da una sentenza della Costituzione del 2015". "Trans non sará più sinonimo di prostituta. Le trans potranno fare un altro lavoro" conclude la portavoce di Princesa Rosella Bianchi.