
L’episodio riguarda cinque giovanissimi che frequentano una scuola privata e che risiedono nei quartieri di Albaro, Carignano e Castelletto. Due di loro sarebbero i leader della gang che ha ripetutamente picchiato, vessato e umiliato un compagno di scuola, in particolare durante una vacanza quando lo hanno costretto a dormire per terra, a non mangiare, lo hanno picchiato e gli hanno distrutto oggetti personali.
Il fatto che i protagonisti di questa vicenda appartengono a famiglie benestanti, sfata la leggenda che episodi come questo avvengano in contesti di degrado: “Per noi è un alibi – spiega la nota psicoterapeuta - Pensare che certe cose avvengano per il degrado mette quelli che sono lontani dal degrado al sicuro. Non è così: quello che corre in queste situazioni non è il problema economico, non è avere o non avere oggetti. Ma è avere una importanza psicologica, avere gli adulti che li aiutano e li guidano e limitano la loro aggressività”.
“L’errore più grave – spiega ancora la Schelotto - è proteggerli troppo in nome della facciata socio-economica. Il pericolo maggiore quando si tratta dei cosiddetti ‘figli bene’ è che li si protegga troppo in questi casi. Che non si li metta di fronte al castigo e al senso della responsabilità per quello che hanno fatto”.
IL COMMENTO
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