
"La Regione è informatissima sul caso e sta facendo la sua parte. Chi invece non ha ancora dato disponibilità per sedersi al Ministero è l'azienda. Non vuol sentir parlare di crisi, ma intanto taglia altri 351 lavoratori in tutta Italia, 61 solo a Genova". È un lungo stillicidio, quello dei licenziamenti in Ericsson, che nel capoluogo ligure assorbì i lavoratori della Marconi. Fabio Allegretti, segretario genovese Slc-Cgil, ricorda che siamo "alla quattordicesima procedura: da 1.200 unità siamo già sotto le 600".
La Regione ha dato la disponibilità ad attivare la cassa integrazione in deroga. Ma visto che "non possiamo costringere una multinazionale a fare quello che vorremmo", ha ricordato il governatore, tra le ipotesi c'è anche quella di ricollocare i dipendenti in altre realtà. Come il colosso cinese Zte, appunto, che contro Ericsson ha vinto la commessa del nuovo polo Wind-3 per implementare la rete mobile in Italia. Sconfitta, questa, che sta alla base del nuovo piano di ridimensionamento della multinazionale svedese.
"Valutiamo tutte le possibilità, l'importante è fare qualcosa di concreto a livello territoriale", sottolinea Allegretti. Zte pare intenzionata a collocare un proprio polo d'eccellenza nel Sud Italia, quindi lontano da Genova, che rischia di finire fuori dalla partita. Non è però da escludere che con l'azienda vincitrice dell'appalto - che i sindacati vorrebbero seduta al tavolo delle trattative - possa muoversi proprio la Regione per strappare un'intesa che garantisca un futuro ligure ai fuoriusciti di Ericsson. Sul piatto dovrebbe finirci qualche milione di euro: poca roba per un gigante della tecnologia, ma forse abbastanza con un solido accordo politico alla base.
I prossimi passaggi sono così definiti: il 20 aprile sciopero nazionale con presidio di protesta a Genova, il 27 ultima convocazione per i sindacati nella procedura di licenziamento collettivo. "Speriamo che il tavolo al Ministero dello sviluppo economico arrivi prima dell'avvio della seconda fase", è l'auspicio di Allegretti. Nel frattempo si chiede una cosa sola a Ericsson. "Vorremmo almeno che ci fosse chiarezza di intenti e di obiettivi", ha detto Toti interpretando anche il sentimento dei sindacati.
IL COMMENTO
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