
"L'ho visto l'ultima volta la notte scorsa - ha detto Alessandro Vignola, uno dei suoi avvocati - e lo rivedrò lunedì quando ci sarà l'udienza di convalida del fermo. E' vero, ha confessato di aver ucciso Jamira ma non ricorda tutto quello che è successo, è sotto choc".
Intanto, i primi pezzi di questa storia vanno a posto: per prima cosa il movente, la folle gelosia di Alessio. Vederla partire, andarsene e imbarcarsi su una nave gli era insopportabile. Gliel'aveva detto, le aveva detto no ma lei l'aveva lasciato. Cosa questa ancora più insopportabile per un ragazzo che non aveva altri punti di riferimento. Confermano alcuni vicini, i titolari della panetteria dove Janira aveva lavorato. Ricordano la preoccupazione della ragazza per la gelosia di Alessio: "Lei doveva imbarcarsi sulle navi Costa e lui non voleva, aveva paura di perderla. Era geloso", dicono. Era così preoccupata che un vicino dice: "Da qualche giorno Janira aveva perso il sorriso".
Una storia finita, come tante a quell'età, che è diventata una tragedia. La ricostruzione di quanto avvenuto è ormai quasi completa. Jamira si reca a casa di Alessio per riprendersi alcune cose, lui la fa entrare ma la ferma nell'ingresso. Cominciano a litigare e lui tira fuori il coltello a serramanico. La colpisce una, due, dieci, venti volte. Ferite profonde ai lati del collo, carotide e giugulare recise, un orecchio tagliato a metà, la lama che si spezza contro la colonna vertebrale sulla nuca e il viso tagliuzzato in più punti. Un massacro, Jamira muore dissanguata.
Gli amici della ragazza oggi versano il loro dolore nella piazza virtuale di Facebook: "Un colpo al cuore, ho il cuore a pezzi", scrive un amico e ancora "Non voglio crederci. Mio piccolo tesoro, migliore amica". E "addio piccola stella". "Lo sapevamo tutti com'eri e che non meritavi il male".
IL COMMENTO
Salis contro Piciocchi, analisi a distanza
Salis, quanto conta la bellezza in politica?