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Città al voto con le stimmate del laboratorio politico
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Luca Pirondini candidato dei 5Stelle, Marika Cassimatis alla guida di una lista emanazione del Movimento, Paolo Putti leader di uno schieramento la cui matrice originaria è quella grillina. Si potrebbe definire l'evoluzione della specie, secondo un canovaccio ben noto alla sinistra, che della litigiosità interna ha fatto nel tempo uno dei suoi profili più caratteristici. E difatti, non casualmente una parte di quella sinistra ha mollato per la strada Gianni Crivello e il Pd, fiondandosi su Putti.

Lo scenario di un "grillismo" a tre punte nella città nativa del fondatore del Movimento può non essere probabile, ma al momento è almeno verosimile. Si tratta di vedere come Beppe Grillo da una parte e la Cassimatis dall'altra decideranno di dirimere la contesa in termini politici - dopo il pronunciamento della giustizia a favore della candidata-non-candidata sul pasticcio brutto delle "comunarie". E comunque, al di là di ciò che i genovesi troveranno sulla scheda elettorale, la vicenda conferma la vocazione della Superba ad essere un vero laboratorio per la politica nazionale.

Sia sulle amministrative del giugno prossimo sia sulle politiche del prossimo anno, infatti, pesa in modo non secondario quanto decideranno di fare tutti i grillini delusi, lasciatisi sulle orme del sindaco di Parma Pizzarotti, il primigenio epurato dal Movimento.

A Genova il compito di rappresentare questo fronte se lo è assunto, come si diceva, Paolo Putti. Il quale gioca a fare l'ingenuo ma certamente non lo è. Difatti, presentando la propria candidatura per Palazzo Tursi, Putti se n'è uscito così: porte aperte a tutti coloro che vogliono un rinnovamento reale e poco importa se alle spalle hanno altre esperienze politiche, altri percorsi.

L'obiettivo niente affatto nascosto, dunque, è raccogliere il consenso non solo dei delusi dal "grillismo" e di quelli a sinistra, ma anche a chi in passato hanno votato per il centro (coniugato poi ora a sinistra ora a destra) e persino a per la destra. Putti, cioè, tenta di pescare a piene mani in quel serbatoio di astensionisti della prima e dell'ultima ora che pure nella prossima tornata elettorale promette di essere il partito largamente maggioritario a Genova.

Ovviamente provarci non significa riuscirci, ma di sicuro Putti riduce moltissimo gli spazi nei quali tenteranno di infilarsi comunque sia Crivello sia Marco Bucci, il candidato del centrodestra. Loro la campagna elettorale l'hanno già iniziata e a Primocanale è andato in onda il primo faccia a faccia. Non si può dire che sia stato brillante o abbia prodotto chissà quali sconvolgimenti nella dinamica dello scontro, però un forte elemento di novità è emerso.

Un genovese su due vede nel lavoro il problema principale della città e se Crivello ha detto di volerlo affrontare secondo un canovaccio di buon senso ("un sindaco non ha poteri veri, salvo creare le condizioni e le occasioni per favorire la crescita e quindi l'occupazione"), Bucci ha preso il preciso impegno di creare 30.000 posti e ha spiegato pure come. Per le sue esperienze manageriali, non sembra uno particolarmente incline a spararle grosse per ragioni di consenso. Ci crede e mostra di farlo. Crivello e i grillini, doc e di derivazione, dovranno farci per davvero i conti.