"Ma chi ve lo fa fare, dai?” ha scritto a Pasquetta l’admin di una pagina Facebook genovese che riprende il tormentone dell’accoglienza in stile ligure. Sotto, l’immagine delle code infinite in autostrada, i tamponamenti, le spiagge prese d’assalto pure in città. Si scherza – ma neanche troppo – col vecchio adagio nostrano: “Statevene a casa vostra e mandateci i soldi”. Smaltita l’invasione del primo ponte stagionale, si guarda già ai prossimi: 25 aprile e 1° maggio. E il boom si andrà a replicare, come suggeriscono i dati delle prenotazioni.
Ma la vacanza in Liguria è davvero sinonimo di relax? Sulla A10 c’erano le solite code infinite da rientro, 30 e più chilometri da Albenga in poi, auto bloccate fin quasi a mezzanotte. Si fa presto a dire “prendete il treno”: su regionali e Intercity di ritorno a Milano e Torino non c’era più posto per nessuno, nemmeno in bagno. Difficile dare una cifra: se in Liguria risultano poco più di 70 mila posti letto, le prime stime parlano di quasi un milione di presenze complessive tra Venerdì Santo e Pasquetta. Numeri forse viziati da una percezione falsata, ma in ogni caso testimoni di uno squilibrio che fa riflettere.
“Se ogni anno facciamo code di 30 chilometri, tra un po’ di tempo nessuno si azzarderà più a venire in Liguria – tuona Amerigo Pilati, presidente di Federalberghi Liguria – perché senza infrastrutture andiamo a stancare il cliente”. Riposo che infatti si trasforma in ansia: “Il lunedì di Pasquetta è una tragedia: colazione alle 8, in spiaggia fino alle 10 e poi si parte per evitare le code. Altro che tranquillità. Bisogna che la politica faccia qualcosa, non dico il numero chiuso ma una soluzione va trovata”.
È una proporzione inversa: se aumenta la quantità cala la qualità. Lo sa bene il sindaco di Vernazza, Vincenzo Resasco, che ha passato la Pasqua a gestire l’ordine pubblico: “Sui sentieri si stava bene, ma in paese c’era una folla ingestibile. E se fai la coda per il ristorante, per il treno e pure per andare in bagno, come fai a goderti la bellezza delle Cinque Terre? Bisogna gestire diversamente i flussi, non si può più condensare tutto nella classica gita di cinque ore”. Solito mugugno ligure? “No, anzi. Vogliamo offrire al turista quel che si merita, ma così non riusciamo”.
“Ma dove va a dormire tutta questa gente se gli alberghi non ne tengono così tanti?”, si chiede Pilati. In effetti sull’ondata pasquale pesa molto il fattore ‘seconda casa’, tipico di lombardi, piemontesi ed emiliani. Ma nel marasma degli appartamenti in affitto – sul totale italiano una prenotazione su cinque era in Liguria – serpeggia l’incognita del sommerso e dell’abusivismo. Soprattutto quando passa da portali come Airbnb, che sono l’incubo degli albergatori. “Se vieni in Liguria, riempi le spiagge e i parcheggi e non paghi neppure le tasse, dov’è il vantaggio?”, prosegue Pilati. E alla fine pure il "mandateci i soldi" non è più una certezza. A maggior ragione se i proprietari degli immobli non risiedono in Liguria.
Intanto prosegue il rientro per chi ha deciso di prolungare il ‘ponte’ concedendosi un giorno in più per viaggiare. Un’altra giornata da bollino rosso, secondo Autostrade. Il prossimo weekend porta dritto al 25 aprile col lunedì di mezzo. Operatori già pronti al tour de force, ma con un po’ di scetticismo: “Si viene in Liguria perché il tempo è migliore o perché si paga meno vista la grande disponibilità di appartamenti? È un aspetto da non sottovalutare”.
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Liguria, l'altra faccia del boom turistico: disagi e abusivismo, chi ci guadagna?
Gli albergatori: "Numeri importanti, ma così perderemo i clienti"
3 minuti e 17 secondi di lettura
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