cronaca

Il presidente nazionale di Anpi a Genova per la festa della Liberazione
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È arrivato il presidente nazionale di Anpi, Carlo Smuraglia, per la tradizionale cerimonia del 25 aprile, festa della Liberazione, a Genova. Il corteo è partito dal cimitero di Staglieno, dove sono stati ricordati i partigiani caduti, ha proseguito verso via Venti Settembre e il Ponte Monumentale, ha fatto tappa in largo Lanfranco e si è attestato in piazza Matteotti per l'orazione finale.

Anche quest'anno non sono mancate polemiche. Lungo applauso per il discorso del sindaco Marco Doria e fischi per il presidente della Regione Giovanni Toti. Smuraglia ha rimproverato i contestatori. "Fischi e commenti negativi sono sbagliati - ha detto - oggi dobbiamo esigere che tutti partecipino liberamente a questa festa della liberazione".

Toti, che ha voluto ricordare la figura di Sandro Pertini
, ha sottolineato che "dobbiamo essere grati ai giovani che sono morti per permettere a tutti di esprimere idee anche molto diverse. La nostra Costituzione ha garantito il quadro e la cornice in cui poter esprimere le proprie idee". Il governatore, fischiato anche l'anno scorso, aveva commentato in anticipo: "La democrazia è anche prendersi dei fischi, è ciò per cui hanno lottato i partigiani. Non è un problema". "Chi fischia in piazza a idee diverse dalle sue non capisce il vero significato della Resistenza e della Liberazione: non imporre il proprio pensiero ma la libertà a ciascuno di esprimerlo anche quando non si condivide", ha poi detto su Facebook.

"Il problema non è la costituzione ma farla vivere - ha detto Smuraglia nel corso del suo intervento - L'articolo 4 parla del diritto al lavoro e anche qui non ci siamo come all'articolo 36 sulla retribuzione dignitosa. Dobbiamo farlo applicare, non arrenderci. Così come l'articolo 3. Possiamo dire che c'è davvero libertà e uguaglianza quando un padre di famiglia picchia la madre e le dà fuoco? Lo stesso bisogna dire per l'articolo 9 sul tema della tutela del paesaggio. Ma possiamo dirlo quando basta un alluvione per spazzare un territorio?".

"A suo tempo abbiamo cercato di cambiare l'Italia con le armi e anche senza - ha proseguito Smuraglia - Oggi dobbiamo cambiarlo in modo pacifico, credo che solo attuando la costituzione lo libereremo in modo pacifico. Per farlo ci vuole la partecipazione di tutti.

"La memoria non basta - ha detto Doria citando Piero Calamandrei - Come possiamo continuare a mantenere vivi i valori? Oggi c'è bisogno di dire ancora 'no' alla guerra e alle discriminazioni razziali. Gli unici muri che mi piacciono sono quelli che servono per costruire case. Anche dell'accoglienza". Ricordando chi "prese le armi contro la violenza" Doria ha poi affermato che oggi deve esistere una "discriminante valoriale: da una parte ci sono i fascisti - ha detto -, dall'altra parte gli antifascisti". Al termine del discorso di Doria dalla piazza è partito spontaneamente il canto partigiano 'Bella ciao'.

Alla manifestazione, oltre alle massime autorità civili e militari, hanno preso parte molti candidati sindaci delle prossime amministrative: Paolo Putti, Luca Pirondini, Gianni Crivello, Marco Bucci e Arcangelo Merella. Circa 500 le persone in piazza. "La memoria è importante per mantenere e consolidare le democrazia", ha commentato il candidato del M5s.

Molte e diverse le celebrazioni in Liguria per il 25 aprile, 72° anniversario della Liberazione. Cortei antifascisti a Bolzaneto e in Valbisagno, cerimonie a Oregina, Sant'Eusebio e Voltri. Il vicepresidente del Consiglio regionale Sergio Rossetti ha assistito nella sede Anpi di Molassana, a Genova, al 21° Trofeo della Resistenza e 9° Memorial dedicato a Giuseppe Benassai il quale a soli 16 anni con il nome di battaglia 'Bruno' aderì alle formazioni partigiane che combattevano sul Monte Antola.

"Siamo consapevoli che la Liberazione è stata un fenomeno europeo e che da lì maturò l'idea di unire i paesi europei. Alcuni pensavano - ha detto Rossetti - all'Internazionale socialista, altri alla Federazione dei paesi europei. L'Europa nasce così: con le brigate sui monti costituite da partigiani di 6, 9 e anche 12 nazionalità diverse che combattevano contro i nazifascisti".