cronaca

Allegretti (Slc-Cgil): "Adesso basta proclami, servono risposte"
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Le prime lettere di licenziamento potrebbero partire già il 29 maggio. Per trovare un’alternativa è partita una corsa contro il tempo che vede coinvolti sindacati, Regione e Governo, ma il rischio che Ericsson porti a termine una nuova ecatombe dei suoi dipendenti è alto. Altri 61 esuberi a Genova, 315 su scala nazionale, mentre ancora non è stato convocato alcun tavolo a Roma che includa i vertici aziendali.

Se ci sarà un incontro, si terrà probabilmente al Ministero del lavoro e non a quello dello sviluppo economico. “La differenza – spiega Fabio Allegretti, segretario ligure di Slc-Cgil – è che al Mise si va per parlare di prospettive, piani industriali, soluzioni alternative, e non solo della procedura di licenziamento. Sarebbe bene che lo capisse che gestisce questa partita”. La Regione si è mossa per sollecitare il Governo – ma secondo Allegretti lo ha fatto “col freno a mano tirato” – e finora è stato ottenuto solo un primo incontro il 19 maggio. Che potrebbe essere già troppo tardi.

Alcune vie d’uscita sono state proposte, ma mai discusse nelle sedi che contano. Nelle scorse settimane Primocanale aveva anticipato un possibile accordo con la multinazionale cinese Zte per l’insediamento al Great Campus con supporto finanziario dalla Regione e riassorbimento dei dipendenti Ericsson in esubero. Altra strada potrebbe essere quella di sfruttare il polo tecnologico per avviare una start-up. “È uno dei percorsi fattibili – conferma Allegretti – Genova è unità di crisi non complessa, ci aspetteremmo una risposta non solo della Regione, ma anche di imprenditori che vogliano investire su lavoratori altamente qualificati”.

Uno stallo paradossale per Genova, che politici e imprenditori proclamano in coro e trasversalmente città consacrata all’hi-tech. Ma i candidati a sindaco si sono interessati alla partita? “Io rimango fuori da queste dinamiche – risponde Allegretti Rimango – noi non abbiamo bisogno di visibilità ma di qualcuno che faccia passi concreti al di là dei proclami. Non ci interessa il futuro, il problema è adesso”.