
Dodici giocatori a referto tra le fila biancocelesti: la semifinale con lo Jug ha lasciato a Mandic una doppia microfrattura all'orbita oculare. Difesa concentrata e aggressiva, attacco in palla e match sempre in controllo: Di Fulvio segna alla prima superiorità dopo due minuti e mezzo, la rovesciata di Aicardi e l'incursione vincente di Ivovic valgono il 3-0. Di Cuk su rigore, a 33 secondi dalla sirena, l'unica rete ungherese del tempo.
Seconda frazione battezzata ancora da Di Fulvio che da posizione centrale infila Mitrovic. Si gioca a una porta sola, l'Eger è in grande difficoltà: Molina "no look" per Bodegas, poi Ivovic in controfuga per il +5. Il mancino di Vapenski infiamma la "Danube Arena" subito spenta dalla terza rete di Ivovic che conduce le squadre al cambio campo sul 7-2.
Distanza che aumenta nei successivi otto minuti: Sukno ne segna tre, mentre l'Eger riesce a passare solo con Vapenski ed Erdely; il +6 biancoceleste è un'ipoteca sul podio. Infatti nell'ultimo tempo gli ungheresi mollano del tutto e nella magnifica piscina di Budapest la Pro Recco chiude con un sonoro 15-6. Sugli scudi Ivovic (4 reti), Di Fulvio e Sukno (tripletta per entrambi).
"La pressione di dover vincere a tutti i costi, il fatto di non aver giocato durante l'anno tante partite tirate: queste sono le cause della sconfitta di ieri - ammette Francesco Di Fulvio -. C'è un po'di rammarico, perché conosciamo il nostro valore. Oggi ci tenevamo a finire bene la stagione, abbiamo dimostrato il nostro potenziale e dove possiamo arrivare. Stiamo lavorando per un progetto, non ci abbattiamo, continuiamo a lavorare così perché è stata comunque un'ottima annata, siamo stati sereni tutta la stagione: peccato per la partita di ieri che era la più importante".
IL COMMENTO
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