cronaca

Obiettivo scongiurare gli esuberi e capire il futuro degli impianti
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Nuovo appuntamento a Roma per i sindacalisti liguri che seguono la vertenza Ilva. Il ministro dello sviluppo economico Calenda in giornata darà ulteriori chiarimenti sui piani industriali delle cordate in corsa per acquisire gli asset attualmente in amministrazione straordinaria. Le sigle daranno poi il proprio parere, comunque non vincolante, ma l'unica certezza al momento è che entrambi i piani - quello di ArcelorMittal-Marcegaglia, probabilmente vincente, ma anche quello di Jindal-Cdp - prevedono tra i 5 e i 6mila esuberi, seppur coperti - ha tranquillizzato il Governo - dalla cassa integrazione.

Alla riunione sono presenti anche il viceministro Teresa Bellanova e i commissari straordinari dell'Ilva Enrico Laghi, Piero Gnudi e Corrado Carrubba oltre alle prime linee di Fim, Uilm, Fiom, Ugl e Usb. L'obiettivo non è solo quello di opporsi ai tagli, ma anche di prendere tempo per approfondire e discutere tutti gli aspetti industriali e ambientali prima che intervenga l'aggiudicazione degli asset con un decreto ministeriale.

"Gli ammortizzatori sono utili ma non bastano. Vogliamo capire quali possono essere le ripercussioni su Genova - spiega prima dell'incontro al Mise il segretario ligure della Fim-Cisl, Alessandro Vella - perché i 4.800 esuberi dichiarati ci preoccupano moltissimo". Durante il tavolo dovrebbero uscire finalmente i numeri disaggregati. Su Cornigliano si contano oggi 1.512 dipendenti e i sindacati hanno chiarito: "Non accetteremo nessun esubero". E per questo hanno già proclamato sciopero e corteo per lunedì 5 giugno, a prescindere dalle risposte ricevute a Roma, mentre a Taranto si protesta già oggi con uno stop di 4 ore.


L'incontro iniziato intorno alle 9 si è concluso poco dopo le 11. A darne notizia un tweet della Fim Cisl "#Ilva terminato vertice al MiSE entro il 5 giugno decreto di aggiudicazione del gruppo".

"E' stato un incontro negativo - racconta Bruno Manganaro segretario Fiom Cgil Genova al telefono con Primocanale da Roma - non abbiamo avuto risposte". E poi lancia un appello alle istituzioni locali: "Lunedì scendete tutti in piazza con noi".


Tutto da scoprire anche il piano di investimenti. I sindacati insistono sulla banda stagnata, prodotto d'eccellenza dell'Ilva di Genova, che con adeguate risorse potrebbe rilanciare lo stabilimento. Di fatto si tratta di un'attività "pulita", quindi teoricamente esclusa dal tetto di produzione di 6 milioni di tonnellate fissato dal Governo per contenere le emissioni, ma il fattore determinante sarà la volontà dei nuovi proprietari. I quali, peraltro, hanno giustificato l'ondata di esuberi facendo leva proprio sulle esigenze ambientali imposte dal Roma.