
“Questo articolo è stata una vera sorpresa, un bel riconoscimento alla città che va dal cibo all’arte fino all’accoglienza”, commenta col sorriso Alessandro Cavo, il presidente di Fepag-Ascom Genova. Il tour inizia appunto dalle meraviglie del palato nei "ristoranti nascosti": la farinata, il pesto, le panissette, l’olio d’oliva “uncharacteristically light and subtle”, insolitamente leggero perché fatto con olive taggiasche, e ancora frisceu, testaieu e trofie, senza lesinare i termini genovesi, segno di identità verace. Già, perché – dice Tamar – mentre gli altri italiani pensano a fare “bella figura” i genovesi sono conosciuti per la loro “almost rigid straightforwardness – Italians use the word schietto to describe them”. Citazioni (e titolo del pezzo) ripresi da una guida di Fred Plotikin.
Una città sottostimata, che però è già capace di attrarre flussi importanti, come conferma il weekend del 2 giugno, ultimo di una lunga serie. “Da aprile in poi non abbiamo mai avuto la percezione di un calo – conferma Cavo – grazie ai ponti ma anche al clima finalmente favorevole e alla visita del Papa che ha riempito alberghi e attività”. Anche stavolta saranno circa 200 i negozi aperti: per sapere quali sono basta andare sull’apposita mappa di Google realizzata da Camera di Commercio, Ascom, Confartigianato, Cna e Confesercenti che riporta tutte le aperture festive e serali, sempre aggiornata. Tra questi ovviamente le botteghe storiche, celebrate anche nell’articolo americano. “L’obiettivo ora è ampliare il progetto nelle delegazioni”, spiega Cavo.
Altra novità gradita ma tardiva è la deroga all’ordinanza anti movida, valida per i ponti del 2 e del 24 giugno, stabilita dal Comune proprio in considerazione dei tanti turisti e genovesi che vivono il centro storico di notte. Si potrà tenere aperto fino alle 3, una manna per molti esercizi. “La nostra perplessità – commenta però Cavo – è data dal fatto che lo hanno deciso da pochissimi giorni. Non abbiamo avuto tempo per creare eventi notturni. Ma confidiamo che, qualunque sia il prossimo sindaco, questa ordinanza venga cancellata. Non la vuole nessuno”.
A Genova, insomma, c’è molto spazio per lavorare perché le potenzialità sono ancora più alte. La nostra Tamar Adler prova a spiegarsi perché “un posto così ricco di storia risulti ignorato da molti turisti”. Se da una parte c’è il centro storico che “si dice essere il più grande in Europa”, dall’altra si fa notare la “prima sopraelevata italiana”, una “cosa brutta” che all’autrice ricorda New York. Poi, ovviamente, il “secondo porto più trafficato d’Italia, terribilmente bombardato durante la guerra”. È un “miscuglio di moderno e antico”. Aggiungeteci gente che “sembra ritirata” e una specie di suq in cui è meglio “non addentrarsi col buio” e ne uscirà una città che non è “né facile né scontata”, ma “compelling”: irresistibile.
IL COMMENTO
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