cronaca

I sindacati: "Il Comune spinga su Rfi per garantire continuità"
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Il cantiere del nodo ferroviario di Genova, bloccato da mesi, riaprirà a gennaio-febbraio 2018. Lo sostengono i sindacati che hanno sentito Rfi. Il problema dello smaltimento dello smarino proveniente dallo scavo delle nuove gallerie previste dal progetto, secondo indiscrezioni, sarebbe stato risolto individuando Vado Ligure come destinazione finale.

In una conferenza stampa i sindacati Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno denunciato l'emergenza occupazionale e chiesto al Comune di fare pressione su Rete Ferroviaria Italiana affinché garantisca la continuità lavorativa ai 79 dipendenti licenziati dal consorzio Fergen dopo anni di impegno nella costruzione del nuovo Nodo ferroviario della città.

L'opera da 622 milioni di euro, aggiudicata con un ribasso d'asta del 25%, doveva essere inaugurata nel 2016, invece il cantiere è in grave ritardo: solo il 40% del progetto è realizzato e Rfi ha rescisso il contratto con Fergen per non aver rispettato i tempi previsti.

"Il cantiere di un'opera fondamentale per il trasporto pubblico nel Comune di Genova è fermo con un grave danno per i cittadini e i lavoratori", sottolineano i sindacati. Sono state otto le varianti in corso d'opera e cento le modifiche tecniche, che hanno rallentato i lavori. Dal 21 giugno il consorzio Fergen in liquidazione ha avviato le procedure di licenziamento e la cassa integrazione in deroga per i 79 lavoratori è terminata il 20 giugno 2017.

"Perciò chiediamo a Rfi di garantire la continuità lavorativa - spiegano i sindacati - di inserire la clausola sociale nei due nuovi lotti di gara attesi entro fine luglio per la ripartenza del cantiere, di puntare non al massimo ribasso ma a punteggi premianti per le imprese che assumono i dipendenti licenziati da Fergen".