cronaca

Nei fine settimana A10 e A12 diventano impraticabili
4 minuti e 12 secondi di lettura
Capisco gli invidiosi che criticano i red carpet stesi dalla Regione e dai sindaci amici nei luoghi pregiati della nostra splendida Riviera ed ora anche nelle bellezze genovesi. A loro non è mai venuta un'idea che sia una per rilanciare il turismo in Liguria, in assenza di grandi finanziamenti, grandi magnati, sopratutto d'estate quando le forze centrifughe dei nuovi flussi vacanzieri ci portano molti più visitatori, affamati di bellezze, attrazioni, percorsi facili e sicurezza. E ora questi invidiosi che hanno governato la Liguria e Genova per decenni si rosicchiano i gomiti, pensando che stendere un tappeto rosso, che poi magari si consuma e viene sostituto, tra Rapallo e Portofino e poi tra Nervi e la passeggiata e poi a Cervo Ligure e poi magari intorno ai fantasmagorici giardini Hanbury e poi chissà dove, è un'idea semplice, quasi banale, ma efficace. Eppure in quei ruoli di responsabili del turismo abbiamo avuto fior di esperti, tour operator, tecnici del turismo, passati prevalentemente come ombre sul fondo, senza lasciare tracce se non il fisiologico aumento dei traffici turistici, giustificati dai grandi spostamenti geo politici dei nuovi equilibri mondiali.


Ma purtroppo non si vive di soli red carpet e una nuova emergenza sta bussando violentemente alle porte della Liguria turistica: la regione è invasa da correnti turistiche in vertiginosa crescita. Gli spazi di accesso, attraverso le autostrade e le ferrovie, uniche possibilità di arrivare sulle nostre riviere e nelle nostre città, sono regolarmente intasate. L'incubo del venerdì sera e della domenica pomeriggio, per chi arriva e per chi parte, è l'ossessione del viaggiatore diretto in Liguria. Andrea Scuderi ha raccontato bene cosa è successo venerdì scorso verso La Spezia. Io potrei raccontare quello che succedeva, alle stessa ora, dall'altra parte, verso XX Miglia, con code ferme a partire da Varazze e ore e ore di percorrenza a passo d'uomo. Isoradio 103,3 è da anni oramai un bollettino di guerra che parte sempre dalla Liguria, dai venti chilometri in direzione di Savona sulla A10 e dai 15 chilometri da Rapallo in direzione di Genova. Quando va bene, perché i chilometri possono essere anche trenta. E se c'è un incidente il caos triplica, quadruplica, quintuplica...


L'ineluttabilità della coda è tale che oramai subentra la rassegnazione più passiva: vuoi passare un week end in Liguria? Metti sul conto tot ore di coda, verso Ponente, verso Levante, andata e ritorno. Qualche volta te la cavi. Altre volte rimani inchiodato per ore e ore. I piemontesi, che la sanno lunga, oramai hanno studiato percorsi alternativi quando partono dal Ponente e “scalano” la Statale del san Bernardino, per superare il serpente di macchine che viaggia a due km all'ora verso Savona-Vado, dove ci dovrebbe essere la liberazione con le auto dirette a Torino che lasciano la A 10 per la A6.


Ma non illudetevi: il calvario è ineluttabile, come una sentenza senza appello. Volete essere assolutamente tranquilli? Partite tra le tre e le quattro del mattino.


Ora il problema è che a questo problema (scusate il bisticcio voluto) non c'è soluzione alcuna. Sarà sempre peggio. Le autostrade sono quelle costruite trenta-quaranta anni fa, dopo nisba. Neppure un ponte, un raccordo, una tangenzialina, che magari scarichi qualche casello. Non c'è prevenzione, non c'è comunicazione, se non quella dei siti online che misurano la coda, ci sono solo gli avvisi tragici sui display in autostrada: “Code da Borghetto Santo Spirito a Savona per 28 chilometri” . O se va meglio: “Code a tratti tra Varazze e Savona-Spotorno: dove quel “tratti” apre sul cruscotto dello sventurato automobilista una piccola speranza. Non è un serpente unico, ma”si spezza” qua e là.


Arriveranno sempre più turisti, sempre più Tir, a leggere le decisioni dei paesi stranieri che escludono ai camionisti il diritto di fermarsi e riposarsi, e noi non stiamo pensando a nessuna soluzione alternativa, né organizzativa, né strutturale. Qualcuno potrebbe suggerire di andare in treno. Leggetevi le cronache di questi giorni per sapere come funziona sulla strada ferrata e vi ritirerete schifati.


Nei deliri onirici di chi sta prigioniero in macchina, balenano i sogni di trasporti via mare, di traghetti, aliscafi che “liberino” le code a terra. Insomma vogliamo tornare all'Ottocento quando in Liguria si viaggiava solo via mare?


La soluzione è solo una nuova autostrada o nuovi pezzi di Aurelia bis, che faccia da cerniera tra la Aurelia 1 e l'autostrada, come è molto parzialmente successo a Albenga e a Sanremo.
La nuova autostrada a Ponente era stata concepita come idea per collegare Albenga a Predosa e scaricare nell' entroterra una bella fetta di traffico lombardo e, almeno, basso piemontese. Ma vi immaginate cosa significa costruire oggi un'autostrada nuova di zecca, una grande opera pubblica, che attraversi tre regioni, Liguria, Piemonte, Lombardia, malgrado il feeleng tra Toti, Maroni e Chiamparino...Silenzio, non se ne può neppure parlare. Fatevi le code sempre più lunghe e rassegnate. In fondo il red carpet va gustato, ma per farlo, prima bisogna conquistarlo.