La brigatista Nadia Desdemona Lioce é indagata dalla procura dell'Aquila con l'ipotesi di reato di associazione con finalità di terrorismo, in relazione alle intimidazioni al presidente della Cei, monsignor Angelo Bagnasco. Secondo quanto si è appreso, nel corso della perquisizione della cella della Lioce è stata sequestrata una busta bianca con un testo di due righe: nelle quali si legge "...ne do...asco ne..." e nella seconda riga "religios...'. Convinzione della procura dell’Aquila è che la brigatista volesse far raggiungere all’esterno il messaggio per sostenere le azioni contro Bagnasco. La diretta interessata, però, respinge le accuse. "Come militante prigioniera delle Brigate Rosse -fa sapere attraverso una lettera inviata al Tribunale del Riesame- dichiaro di disconoscere qualunque attribuzione surrettizia a me personalmente o all'organizzazione a cui appartengo, di contenuti più o meno politici estranei alla linea politica praticata e proposta dalle brigate rosse per la costruzione del partito comunista combattente, che sostengo e nella quale mi sono più volte pubblicamente riconosciuta". L'inchiesta è condotta dal pm della procura della Repubblica dell'Aquila, Alfredo Rossini che ha convalidato il sequestro della busta. Nel decreto di convalida il pm scrive che Nadia Lioce è indagata perché "partecipava all'associazione denominata br al fine di organizzare con attività anche di attentati con finalità di terrorismo mantenendo contatti con persone da identificare che agiscono in stato di libertà comunicando a mezzo di messaggi cifrati dalle carceri dove è detenuta". Nel verbale di sequestro, redatto dalla polizia penitenziaria, si legge che è stata trovata 'una busta bianca da lettera non utilizzata, senza timbri di censura, ne' in arrivo, né in partenza, recante sulla parte superiore, quella che si ripiega per la chiusura, una piccola striscia di carta sovrapposta alla busta stessa". La striscia "ricopre un rettangolo annerito con un testo dattiloscritto di due righe in gran parte illeggibile. Le uniche lettere comprensibili sono contenute nella parte centrale del testo, ovvero nella prima riga: '...ne do...asco ne...' e nella seconda riga 'religios'". La vicenda è finita al vaglio del Tribunale del Riesame dell'Aquila ed ora sarà un incidente probatorio, chiesto dal pm, e fissato nei prossimi giorni, a chiarire la natura delle scritte e se la busta sia riconducibile alla Lioce. Intanto nelle ultime ore a Genova è comparsa una nuova scritta contro il presidente della Cei. "Bagnasco vergogna" è stata rilevata su uno dei muri della chiesa che sorge in piazza Baracca, nel quartiere di Sestri Ponente a Genova. Vicino alla scritta, tracciata con uno spray nero, anche una sorta di "Q" forse la rappresentazione grafica di una falce e martello male abbozzata.
Politica
INTIMIDAZIONI A BAGNASCO, INDAGATA LA LIOCE
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