cultura

"La scienza in tv fa ancora ascolti, ma va presentata bene"
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"In un Paese che stenta ad accettare il pensiero razionale e scientifico come un fondamento della vita civile e culturale, Piero Bianucci svolge da quasi quarant'anni un prezioso lavoro di divulgazione che sa avvicinare a un pubblico non specialista le complesse meraviglie della scienza fisica e biologica, della tecnologia e della vita sulla terra, in cui siamo immersi ma che siamo come incapaci di vedere e tantomeno di capire. Sulle colonne di quotidiani come “La Stampa” o nelle riviste specializzate, in una serie di fortunati volumi, nei molteplici eventi culturali da lui curati, Bianucci ci ha saputo informare e aggiornare con un linguaggio limpido e garbato che coniuga la competenza con la qualità della scrittura e uno humour di stile anglosassone. Il suo lavoro ha contribuito a colmare  il tradizionale divorzio tra lettere e scienze, che costituisce una delle lacune più gravi della nostra cultura, e rappresenta un  modello più che mai necessario e anzi indispensabile, in un'epoca in cui le moderne tecnologie vengono usate nel modo sbagliato per alimentare la credulità nelle notizie più assurde e infondate".

Con questa motivazione, la giuria presieduta da Ernesto Ferrero, già direttore editoriale del Salone del Libro di Torino, ha consegnato l'edizione 2017 del premio "Alassio per l'Informazione Culturale" a Piero Bianucci, giornalista e scrittore. La cerimonia si è svolta in piazza Partigiani ad Alassio, alla presenza dell'assessore alla cultura Simone Rossi.

Lo stesso Bianucci ai microfoni di Primocanale
ha trovato il tempo anche per parlare della presenza della scienza in tv e del caso o caos vaccini. Ecco l'intervista video.