Con un colpo di teatro, quando tutti ormai davano per compiuto l'affronto, Godot si presenterà alla Festa dell'Unità, dove non lo attendeva più nessuno. Invece ecco lo sparigliatore della politica italiana che ritorna nella città che, in parte, lo ha tradito. Matteo Renzi, segretario del Pd sarà a Genova martedì prossimo.
Nella Repubblica di Bucci presenterà il suo saggio Avanti, ormai best seller da oltre 40 mila copie, nella ex roccaforte rossa, dominio incontrastato di Bersani, solido Pci-Pd al potere per 37 anni. Città che ha tradito il Pd, prima con lo scisma di Sergio Cofferati offeso dall'andazzo delle primarie per le regionali (trionfo inatteso di Toti), poi con la rovina delle comunali (attesa vittoria di Bucci).
Ma Renzi arriva anche nella città che gli ha dato una piena maggioranza nelle primarie da segretario. Nella città dove i bersaniani si sono dileguati con un anno di anticipo rispetto alla diaspora nazionale, il Pd è diventato renziano. Ci sono gli orlandiani, ma non c'è Orlando ritirato a La Spezia. Ci sono i franceschiniani, ma a volte non si capisce fino a quanto lo sono.
Solo che i renziani ci sono, sono vittoriosi, ma non si sa ancora chi è il loro capo. Sono una strana compagine, una federazione di litigiosi, malignetti che si fanno i dispetti, neo-convinti in cerca di piazzamenti, originari della Prima Leopolda arrabbiati. Ma anche sindaci e giovani sinceramente renziani e a volte poco considerati.
Può sembrare un paradosso, ma forse questi renziani di Genova sono anche troppi rispetto alla reale consistenza della corrente. Io incontro renziani da tutte le parti, ma guai a metterli insieme. In questo tendono a somigliare alle sinistre. Tantissimi a sentir loro. Ma appena provano a stare insieme, guai.
Renzi dunque arriva e spiegherà come intende andare Avanti. Non dobbiamo aspettarci un discorso locale dal segretario nazionale del Pd. Ma non potrà evitare di dire qualche cosa sulla sconfitta, non tanto col sapore inutile della tristezza o dello sconforto che non è nelle corde del leader. Ma almeno dovrebbe suggerire come il Pd genovese che si prepara subito dopo la Festa al congresso dovrebbe andare Avanti.
Anche perché non potrà far finta di niente sulla alleanza perdente che si è presentata al voto dello scorso 11 giugno: Pd e Reduci. E per tentare di tenere insieme questa formula la necessità di un candidato unificante. Individuato nel buon Gianni Crivello, così politicamente sincero da dichiarare: "Non sono all'altezza". Eppure sacrificato sull'altare di una sfida già perduta in partenza.
Questo è un debito che Renzi ha nei confronti dei militanti genovesi del Pd, e di alcuni, sottolineo alcuni, dirigenti che avevano informato il cerchio magico e il commissario Ermini di quello che si stava rischiando. Renzi, infine, dovrebbe in qualche modo indicare un capo potenziale a cui fare riferimento, o una ricetta per individuarlo.
Magari proprio sparigliando le carte. Sparigliando le tattiche dei notabili con l'investitura di un nome nuovo. Dica anche chi è il capo della opposizione sempre che la si voglia fare. Nuovo non vuol dire un inesperto o un frillo qualunque. Vuol dire che non è stato consumato dalla politica del passato. E dai riti del passato. Avanti così forse il Pd potrebbe andare nonostante le ripetute Caporetto. Altrimenti le prospettive non sarebbero molto tranquille.
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Cala Renzi nella Repubblica di Bucci. Dirà chi è il capo dell'opposizione?
Nella città che ha tradito il Pd spiegherà come andare 'Avanti'
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