cronaca

Il presidente Grasso: "Serve sostegno"
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 L'artigianato in Liguria ha perso 2.600 microimprese in 8 anni ma si salvano alimentari, riparazioni e manutenzioni, che sono in crescita e consentono alla regione di avere la migliore prestazione dopo Trentino e Lazio. Lo afferma in una nota il presidente di Confartigianato Liguria Giancarlo Grasso: "La falcidia d'imprese è legata a calo dei consumi, tassazione vorace, concorrenza sleale, difficoltà di accesso al credito e pesante burocrazia. La Liguria va meglio delle altre regioni grazie anche agli interventi messi in campo ma si deve aumentare il sostegno al settore: una priorità nell'agenda regionale".


"Alcuni settori si sono salvati come l'artigianato alimentare cresciuto del 2,7% (da 1.414 a 1.452 microimprese nel 2017), la riparazione e la manutenzione, in totale 717 micro e piccole imprese: erano 422 nel 2009, il boom è stato del 70% (+295 unità). Anche in questo caso, la crescita prosegue nell'ultimo anno: +0,7% per il settore alimentare, +2,7% per gli artigiani riparatori. La caduta degli altri settori è invece proseguita negli ultimi 12 mesi. Tra questi la stampa a livello percentuale ha subito il calo più marcato (5%). I falegnami del 4,3%, vetrai e ceramisti dell'1,8%, autotrasporto -3%, mobili, costruzioni -1%, -0,9% per confezionamento abiti e sartoria.

Il bilancio degli ultimi 8 anni registra un tracollo per vetrai, falegnami, costruttori edili, sarti, mobilieri. Sono 2.603 gli artigiani che hanno cessato la propria attività in Liguria tra il 2009 e il 2017, (dati Infocamere-Movimprese). Erano 46.566 nel 2009, sono diventati 44.353 nel 2016 e 43.963 nel 2017, con un calo del -5,6% negli ultimi otto anni e del -0,9% nell'ultimo anno: terza dopo il Trentino (-3,7%) e il Lazio (-5,5%) negli ultimi otto anni per minor calo.