In Catalogna si vota per l'indipendenza, il racconto di un genovese a Barcellona
La Guardia Civil carica gli elettori
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di Andrea Popolano
Tensione, agitazione e pioggia: tre parole che identificano bene quello che sta succedendo in queste ore in Catalogna. Nella regione a Statuto Speciale della Spagna si vota oggi 1 ottobre per il referendum sull’indipendenza. Ma il governo centrale di Madrid da giorni aveva annunciato battaglia sul tema e decretando l’illegalità della votazione preannunciava l’intervento della Guardia Civil.
E’ così è stato dalle prime ore della mattinata. La polizia spagnola ha fatto più irruzioni nelle scuole e nei Centri Civici sedi del referendum. Le operazioni di voto sono iniziate alle 9, subito dopo sono partite in tutte le città catalane le misure di repressione da parte della Guardia Civil.
Andrea Acquarone, economista e scrittore genovese sposato con una ragazza catalana ha raccontato: “Molti media hanno parlato di occupazione dei seggi da parte degli indipendentisti catalani. In realtà tutto è avvenuto pacificamente e civilmente. Giovani ma anche persone avanti negli anni dal pomeriggio di ieri sono entrate nelle scuole e nei Centri Civici, senza forzare la mano, lì hanno passato la notte tra musica e socialità per consentire oggi il voto nonostante la contrariertà del governo di Madrid” ha precisato Acquarone.
Ma a partire dalla giornata di oggi in molti seggi la situazione è degenerata. "La Guardia Civil ha fatto numerose irruzioni nei diversi seggi delle città più importanti - ha proseguito Acquarone -. Sono entrati con i manganelli e hanno colpito chiunque fosse presente all'interno". Anche il collegio di voto del presidente catalano è stato distrutto dalla polizia spagnola, così come sono numerosi i racconti e le testimonianze di cariche della polizia nei confronti della folla.
“Ieri i vigili si sono limitati a redigere un verbale. Oggi invece la polizia è entrata con i manganelli - prosegue il racconto Acquarone -. Qui a Barcellona e anche nelle altre città aspettavamo di capire se sarebbero arrivate le urne e le schede per le votazioni. Quando sono giunte nel seggio dove vota mia moglie e i suoi parenti è stata un’esplosione di felicità con grandi applausi”.
Poi alle 9 è iniziato il voto, in alcune scuole però un attacco hacker ha impedito che il referendum si svolgesse regolarmente. “In Spagna - racconta Acquarone - esiste una procedura che permette, quando è impossibile votare nel proprio seggio, di andare in un altro e compiere l'operazione”.
E dalla presidenza della regione autonoma, la Generalitat catalana, è arrivata anche un’indicazione a chi si trova nei seggi su come comportarsi nel caso di irruzione della Guardia Civil: "E' stato detto di stare coricati per terra e no reagire: l'obiettivo è fare in modo che non si verifichino casi di violenza" spiega Acquarone. Ma poi le immagini che circolano in queste ore dimostrano altro.
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