
Gli obiettivi sono chiari e alla portata del capoluogo ligure, per questioni geografiche ed economiche: il presidente Signorini ha indicato la meta: “Genova può diventare un porto da 5 milioni di Teu”. Per farlo deve riprendersi i contenitori che oggi fuggono verso altre rotte, Nord Europa in testa. E solo con le infrastrutture si possono conquistare anche i mercati della Svizzera e della Baviera. Il presidente del porto ha però posto l’accento anche su altri temi, legati alla politica, mandando un messaggio chiaro sulla riforma (apprezzata) ma non ancora sufficiente per combattere gli ostacoli provocati dalla burocrazia al sistema portuale e soprattutto alla gestione di un porto.
Ma è ben chiaro dalle parole di Signorini a Palazzo San Giorgio quali siano le sfide del Porto di Genova: terzo valico, diga, gronda, collegamento con l’aeroporto. “Si tratta di quattro cose chiare, se faremo questi passi saremo su un livello competitivo più vicino a quello dei porti del Nord Europa”. Il presidente è stato chiaro, ha parlato ad una platea internazionale, ma anche a Genova e ai suoi cittadini che devono sapere quali sono gli obiettivi di chi gestisce lo scalo, perché il futuro della città dipende anche e soprattutto dai risultati che il porto raggiungerà.
IL COMMENTO
Dai dazi di Trump al voto per Genova, quando il mondo va alla rovescia
"Ti ricordi Bilancia?" 17 vittime scelte per odio e per caso