Generali e Intesa Vita hanno aderito alla conversione dei bond subordinati Carige con nuovi bond senior, dopo che anche Unipol si era detta disponibile all'operazione e con il "sì" dei grandi investitori, usciti allo scoperto, fa un passo verso il successo uno dei tre pilastri fondamentali dello schema di rafforzamento patrimoniale di Banca Carige.
Mentre fino all'ultima assemblea dei soci si parlava addirittura di rischio di continuità aziendale, nel caso in cui conversione e aumento di capitale non dovessero andare a buon fine, regna ora un "cauto ottimismo", anche se non ci sono ancora i dati ufficiali che arriveranno solo alla scadenza dei termini. E' quanto emerso dalla riunione del cda della banca che oggi ha fatto il punto, oltre che sui bond, anche sugli altri due pilastri del piano, la cessione degli immobili e la tranche da 1,4 miliardi di crediti deteriorati che si dovrebbe definire entro metà novembre.
E' la stessa aria che si respira in Borsa dove il titolo, spinto proprio dalle attese di successo dell'operazione di conversione, ha chiuso con un balzo del 9,13% a 0,23 euro. Il termine per l'adesione volontaria alla conversione delle quattro tranche di obbligazioni subordinate è il 18 ottobre, ma chi aderisce entro domani potrà ottenere il prezzo di scambio pieno e secondo gli analisti la soglia minima di adesioni sarebbe già stata raggiunta almeno per tre delle tranche (Tier 1 da 160 milioni, Tier 2 da 100 milioni e Tier 2 da 50 milioni), quelle che vedono protagonisti i grandi investitori, mentre è possibile che sia prevista una proroga di una settimana per la quarta (Tier 2 da 200 milioni), più frazionata, in modo da dare più tempo ai piccoli obbligazionisti per muoversi. In ogni caso secondo una fonte vicina al cda è "molto vicina" la soglia del 70% delle adesioni finali necessaria perché le assemblee degli obbligazionisti che si riuniranno in prima convocazione il 21 ottobre e in seconda il 6 novembre possano votare la conversione.
Non ci sono ancora le percentuali, ma anche i piccoli investitori secondo le prime indiscrezioni, stanno sottoscrivendo. Per quanto riguarda la vendita degli asset di Banca Carige, è vicina quella della sede di Milano per una cifra che si aggira sui cento milioni: in corsa ci sono Bnp Paribas, Antirion Sgr, il fondo York capital e due family office, per presentare offerte vincolanti. I tempi sono strettissimi e si potrebbe chiudere già a fine mese. Sulla cessione dei crediti deteriorati i tempi saranno più lunghi, ma l'ipotesi è definire la vendita entro metà novembre.
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Carige, sì alla conversione da Intesa-Generali-Unipol: il titolo vola a +9,1%
I grandi obbligazionisti a favore dei bond
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