I due erano stati assolti in primo grado per insufficienza di prove. Gli agenti, difesi dagli avvocati Silvestre, Angelini, Amatucci e Liberatore, erano accusati di omicidio volontario e falso ideologico. Per i giudici d'appello, dunque, non ci sarebbero le prove su chi dei due abbia sparato il colpo mortale ma gli agenti avrebbero mentito in fase di ricostruzione degli eventi.
Secondo l'accusa, il pusher fu ucciso con un colpo di pistola dopo un lungo inseguimento partito dall'A12 e terminato nei pressi di un canneto vicino al casello di Sarzana. La vittima, secondo quanto ricostruito, non si era fermata all'alt intimato dalla pattuglia mentre era bordo di una vettura insieme ad altre due persone.
Durante la fuga, il pusher aveva buttato un involucro con 290 grammi di eroina. I due agenti hanno sempre sostenuto che durante l'inseguimento sentirono uno sparo e quindi, convinti di essere diventati bersaglio, reagirono sparando. Non è mai stato appurato chi abbia materialmente esploso il colpo mortale. Talbi morì dissanguato dopo mezz'ora di agonia.
IL COMMENTO
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