spettacoli

Il pubblico ha applaudito la rappresentazione
58 secondi di lettura
 La trasposizione teatrale di un romanzo è sempre operazione complessa. Anche quando il testo letterario si presta, apparentemente, per la sua struttura e per le atmosfere che evoca. 'Il nome della rosa' è un caso emblematico. Il romanzo scritto da Umberto Eco nel 1980 è ricco di suggestioni, un raffinato gioco di riflessioni filosofiche sullo sfondo di un giallo di forte impatto drammatico. 


Una sfida insomma difficile quella tentata dallo Stabile di Genova con lo Stabile di Torino e lo Stabile del Veneto che ieri hanno proposto alla Corte il romanzo di Eco nella versione teatrale di Stefano Massini con la regia e l'adattamento di Leo Muscato. Il folto pubblico ha applaudito al termine con calore, premiando lo sforzo di tutti gli interpreti.


Muscato ha costruito una lettura intensa. Atmosfere cupe e scatti ironici nella resa di alcuni caratteri o nella organizzazione dei dialoghi, soprattutto laddove, sulla scia di Eco, emergeva la contrapposizione fra due idee assai diverse della fede cristiana. Muscato ha trovato piena rispondenza in un cast duttile e vivace. Alla fine è stato un successo. Le repliche andranno in scena sempre al teatro della Corte fino al 29 ottobre.