Ieri ho avvertito proprio la fine della legislatura. In mattinata per tre volte è mancato il numero legale. Nel pomeriggio, dalle 16.30, discussioni sul calendario dei lavori, che prevede per la prossima settimana la legge elettorale da approvare entro giovedi, con o senza relatore, e ponendo il voto di fiducia perché la settimana dopo il Senato chiude: ci sono le elezioni in Sicilia.
Poi, attendendo il risultato elettorale siciliano, nel quale il Pd, temendo di arrivare quarto, si augura di arrivare secondo per non avere nuovi scossoni interni, si entra nella Legge di Stabilità: si bloccheranno le commissioni, si assisterà al mercato delle vacche per creare tanti grandi e piccoli ritorni in termini elettorali!
L'accordo a quattro tra Renzi, Berlusconi, Salvini e Alfano sulla legge elettorale non mi piace e non voterò questo pastrocchio. La motivazione che si doveva trovare un accordo per omogeneizzare il sistema elettorale tra Camera e Senato non mi convince, c'è ben altro sotto.
Resterà ancora la decisione del presidente Mattarella che alcuni temono. Perché, se lui firmerà, si dice che il 23 dicembre si scioglieranno le Camere e si andrà al voto il 4 marzo. Il motivo primario non è certo un'esigenza dei cittadini ma dei leader di alcuni partiti che vogliono evitare di dover andare a elezioni politiche nazionali insieme a quelle regionali, fatto che secondo loro sondaggi li penalizzerebbe.
Ultimi cambi di casacca per garantirsi magari una candidatura, oggi uno passa da Alfano a Forza Italia e domani probabilmente qualche altro. Certo, ho visto di peggio come l'oscar della vergogna per chi dal Movimento 5 Stelle è passato con Verdini!
Ieri avvertivo davvero odore di muffa in Senato. Sentirsi totalmente inutili e lì a perdere tempo tra gente che ama perdere tempo. L'esperienza è stata bella, sino a dicembre. Le Commissioni mi hanno insegnato molto, ho capito e battagliato molto su porto e trasporti, ho visto come vengono insabbiate leggi e regolamenti da lobby e ministeri, ho visto inciuci trasversali persino tra Pd e 5 Stelle, come in occasione della concessione regalata alla Rai. Sono stato relatore di minoranza e ho visto dare 20 miliardi dei cittadini per 10 anni di concessione senza scrivere quali siano gli obblighi del concessionario. Roba da dittatura sudamericana, solo che qui viene presentata e venduta ai cittadini come scelta indispensabile per difendere la democrazia del Paese, tramite l'informazione del cosidetto "servizio pubblico", ma su questo punto un segno lo lascerò ancora.
Siamo una finta democrazia, e non salvo nessun partito. Semmai qualche singolo, raro parlamentare. La politica è fatta così, è maestra anche della non-comunicazione, della mistificazione, del negare quanto affermato come verità assoluta il giorno prima.
Lascio con piacere, ho vissuto una esperienza che andava vissuta, con entusiasmo per la mia Liguria e per la mia città. Ma ora torno a Genova apprezzandola ancor più di prima. Finalmente torno a lavorare su cose concrete anziche fare interrogazioni parlamentari alle quali non viene data neppure risposta. Il mio impegno è di riprendere l'attività editoriale nella mia azienda e cercare di essere sempre utile e di stimolo per il nostro territorio che oggi ha una classe politica che sta rinnovandosi e trovo positiva, transregionale, costruttiva.
Ieri ho davvero avvertito la fine della legislatura. E d'altronde ieri è partito il treno di Renzi per il tour elettorale nel Paese.
Entriamo appieno nella campagna elettorale, i partiti fanno finta di litigare ma studiano e votano insieme la legge elettorale pro domo loro e delle lobby con cui si dividono il controllo totale del Paese. Tanto si dovrà governare insieme, spartendosi Ministeri e sottosegretari, comunicazioni e trasporti e la miriade di posti nelle grandi società pubbliche.
Una legge che eleggerà tanti nominati senza preferenze, tanti piccoli soldatini pronti a sciaccâ o pommello per votare sì o no, a seconda di come gli verrà ordinato.
È proprio il momento di lasciare.
Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato e motivato. Mi dispiace solo aver portato a termine molto meno di quanto avrei voluto.
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La legislatura è finita
L'intervento del senatore di Liguria Civica
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