cronaca

Approvati i progetti per sei corsi d'acqua: ecco quali
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In arrivo dal Comune di Genova 20 milioni di euro di fondi europei Por per la messa in sicurezza dei rii minori della Valbisagno. Lavori che partiranno ancora prima dello scolmatore del Bisagno. La Giunta, su proposta dell’assessore ai lavori pubblici e alle manutenzioni Paolo Fanghella, ha approvato i progetti preliminari e gli studi di fattibilità per rio Cicala, rio Veilino, rio Sant'Antonino, rio Olmo, rio Ruinà e rio Rosata.

I tempi di realizzazione dello scolmatore, vista la complessità e l’entità dell’opera, rendono impossibile il rispetto della tempistica prevista dal POR 2014/2020 per la realizzazione e l’ultimazione dell’intervento di adeguamento idraulico del torrente Bisagno nel tratto compreso tra il ponte Monteverde e il ponte Feritore. Così + stato necessario ridefinire, sulla base di un’analisi delle criticità idrauliche, una diversa sequenza di attuazione degli interventi previsti dal relativo Piano di Bacino, individuando come prioritari i lavori di adeguamento idraulico degli affluenti del torrente Bisagno non ancora interessati da opere di mitigazione del rischio.

Lo studio ha individuato, a partire da quanto previsto dal Piano di Bacino vigente, i seguenti interventi:
  • Adeguamento idraulico del tratto di valle del rio Cicala (9.551.000 euro)
  • Adeguamento idraulico dei tratti tombinati dei rivi Veilino e S. Antonino (4.462.500 euro)
  • Adeguamento idraulico del tratto tombinato del rio Olmo sottopassante via Bernardini (1.672,000 euro)
  • Adeguamento idraulico del tratto di valle del rio Ruinà (2.796.440 euro)
  • Adeguamento idraulico e idrogeologico del rio Rosata (1.300.000 euro)

“Il nostro intento – sottolinea l’assessore ai lavori pubblici e alle manutenzioni Paolo Fanghella – è risolvere gli annosi problemi generati dagli affluenti del torrente Bisagno, in funzione della realizzazione dello scolmatore. Questa importante opera sarà in grado di funzionare al meglio se sarà effettuato un intervento programmato sulle valli che insistono sul bacino del torrente principale. Si tratta di un’operazione cruciale che non azzera, naturalmente, il rischio idrogeologico, ma che va nella direzione di mitigare gli effetti. Ciò in una porzione di città che ha subito interventi di urbanizzazione dissennati che rendono il territorio estremamente fragile e difficilmente gestibile dal punto di vista idraulico”.