cronaca

Lunedì 30 ottobre nell'ambito del Festival della Scienza
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Il passaggio dell'analogico al digitale ha segnato una svolta epocale nel mondo dell'informazione nazionale e locale. Mentre a livello nazionale il tema viene trattato ampiamente, nessuno si è ancora occupato delle conseguenze sull'informazione locale che arriva e arriverà in futuro ai cittadini, e di ciò che la rivoluzione potrà provocare: la perdita di professionalità, la totale mancanza di controllo delle notizie, insomma la qualità dell'informazione e chi ci sarà a gestirla.

Bisogna intervenire, o rassegnarsi ad un lento declino della qualità dell'informazione locale sino al suo totale annullamento? È il quesito da cui parte il convegno crossmediale di questo lunedì 30 ottobre in programma a Terrazza Colombo e organizzato nell'ambito del Festival della Scienza. Interverranno esperti, politici, tecnici che si occupano di informazione: Maurizio Rossi – senatore liguria civica, Maurizio Gasparri – senatore forza italia, Lorenzo Basso – Deputato Partito Democratico, Maurizio Giunco – presidente associazione tv locali, Alberto Maria Benedetti – presidente Corecom Liguria, i giornalisti Franco Manzittil, Mario Paternostro e Carlo Rognoni.

Appuntamento alle 10.00 in diretta streaming su Primocanale.it, alle 21.00 in tv su Primocanale (ch.10) e alle 22.30 su Welcome #Liguria (ch.12).





La televisione, specie dove la popolazione è di età elevata cone in Liguria, è ancora il mezzo di informazione più importante dal quale i cittadini ricevono informazioni. Basti pensare che la televisione viene vista in media circa due ore e mezza al giorno. I media tradizionali però hanno avuto forti difficoltà in questi anni, pur essendo entrati anche nel mondo digitale. Abbiamo assistito, ad esempio, in Liguria, al fallimento di aziende editoriali, accorpamenti, forti riduzioni di organici giornalistici a causa di un sistema legislativo che regolamenta eccessivamente I media tradizionali e lascia vivere nella totale deregulation tutti i nuovi media digitali.

A questo si aggiunge il sistema assolutamente iniquo gestito dai grandi player mondiali come Google, che gestiscono grandi investimenti, sia di grandi clienti nazionali che ormai di piccoli clienti locali: trattenengono alte percentuali degli introiti e ripartiscono la parte restante tra siti di qualsiasi genere e tipo senza valutare alcuna differenza tra informazione di qualità e siti che generano un clic con qualsiasi mezzo: per loro un clic è un clic da ovunque arrivi ed ha un unico valore