I lavoratori licenziati da Ericsson ricordano la proverbiale ragazza di Torriglia: tutti ne lodano la bellezza, ma nessuno la prende in moglie. Dei 51 curriculum pieni di competenze e 'know-how' spediti in giro da Comune e Confindustria, solo uno ha dato origine a una nuova assunzione. Gli altri si arrangiano come possono: chi nel frattempo ha trovato qualcos'altro, chi attende notizie migliori.
L'incontro in piazza De Ferrari con Toti, Bucci e Confindustria si è chiuso con l'ennesimo “Vedremo”. Insieme ai lavoratori c'è il delegato della Cgil, Massimo Della Giovanna: “Sì, alla fine ci siamo detti così: cerchiamoci un lavoro”. Le possibilità di ricollocamento ci sarebbero, ma i tempi si annunciano proibitivi.
Salta ancora una volta il confronto col Governo. In mattinata il vice ministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova era attesa a un congresso in Città metropolitana, ma poi ha dato forfait per un impegno con la direzione del Pd. “Mi spiace che oggi il vice ministro non ci sia, non vorrei che dopo le elezioni ci si dimenticasse degli impegni presi – commenta l'assessore regionale Edoardo Rixi – perciò ci auguriamo che questo Governo li mantenga prima di Natale. Ci sono diverse vertenze a livello nazionale di cui siamo coprotagonisti, ma subiamo le decisioni a livello centrale. Ad oggi non abbiamo avuto le risposte che speravamo”.
Ancora fuori dalla partita la cinese Zte, che ha strappato proprio agli svedesi la gara per la banda larga in Italia, inducendo così l'ennesima emorragia occupazionale. “Ma in questo Paese non esiste una politica industriale – lamenta Fabio Allegretti, segretario Slc-Cgil Genova – Servirebbe un altro Governo. Ci sono aziende arrivate in Italia con 25 dipendenti che vincono una gara, dichiarano di voler assumere 2.500 lavoratori ma poi vanno a pescare altrove. In Germania, in una situazione analoga, Zte ha ricollocato centinaia di lavoratori in esubero”.
Altre speranze sono connesse ai 13 milioni per le aree di crisi non complesse sbloccati dal Governo, ma non ancora dall'Inps. Soldi che verrebbero offerti tramite bandi regionali a nuove aziende che potrebbero riassorbire i lavoratori ex Ericsson, ma non prima del 2018. In più c'è lo spettro di 600 nuovi esuberi a livello nazionale che forse interesseranno anche gli Erzelli, anche se i numeri non sono noti.
Appesa al Governo c'è pure la vicenda Piaggio Aero. Dopo il disimpegno del fondo arabo Mubadala, l'azienda, che in Liguria dà lavoro a 1200 persone, rischia di trovarsi coi libri in tribunale. Tra i possibili azionisti in ingresso figurano Leonardo e un fondo cinese, ma non c'è ancora nulla di concreto.
Martedì, intanto, le segreterie regionali di Fim e Uilm tornano a Roma per il secondo incontro col Governo per la trattativa Ilva. All'ordine del giorno il piano industriale e soprattutto ambientale. Si parlerà molto di Taranto e poco di Genova. Il 16 novembre, invece, saranno convocati dal ministro Calenda tutti gli enti locali interessati dagli stabilimenti. Solo dopo questa data dovrebbe arrivare la convocazione del tavolo sull'accordo di programma per Cornigliano.
"Oggi abbiamo ribadito la specificità di Genova che ha bisogno di un piano industriale che preveda investimenti e dove si stabilisca che il sito di Cornigliano è strategico" ha detto il segretario della Fim Cisl genovese Alessandro Vella dopo aver incontrato il presidente Toti. La Fim, che pur non ha aderito ai quattro giorni di sciopero a oltranza indetti dall'rsu dell'Ilva di Cornigliano (a maggioranza Fiom) sostiene la necessità di un tavolo specifico per Genova.
Diversa la posizione sul punto del segretario della Uilm Antonio Apa che ribadisce: "I fatti dicono che il viceministro Bellanova ha sostenuto che il tavolo negoziale aperto è quello centrale - ha detto Apa - allo stato attuale non ha evidenziato un tavolo genovese poi non escludo che domani possa esserci". Fim e Uilm hanno inoltre ribadito che gli investimenti previsti da Am Investco per lo stabilimento genovese (circa 60 mln su oltre 5 mld di investimenti totali) sono "insufficienti". Vella ha poi auspicato un ricompattamento del fronte sindacale: "L'unitarietà di intenti e azioni è necessaria perché la trattativa è solo all'inizio e un sindacato spaccato rende più deboli soprattutto in un contesto nazionale".
cronaca
Ericsson, ora regna la rassegnazione. I licenziati: “Cerchiamoci un lavoro”
Bellanova annulla la visita, tensione anche per Piaggio Aero
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