
Come persone lgbt, a cui è stata attribuita la colpa sociale di questa malattia al tempo dei primi casi riscontrati, siamo sulla scena pubblica quasi le uniche persone che promuovono un’informazione chiara e necessaria per interrompere il più possibile questa epidemia. Forse ci sentiamo autorizzate o facilitate a parlarne avendo sulla pelle e nella nostra storia il dolore per le perdite, i difficili percorsi di cura, la violenza dello stigma e dell'esclusione. Indipendentemente dai dati che dicono di una diffusione trasversale della infezione al di là di qualunque categoria.
Come Coordinamento Liguria Rainbow cogliamo l'occasione della presenza della dott.ssa Thompson per affrontare questo tema divenuto oggi tabù, dopo un periodo di maggiore pubblicizzazione nello scorso passato. Lo facciamo con uno sguardo ampio, perché il nostro campo visivo comprenda sia i dati aggiornati sulla popolazione che abita il territorio Ligure, sia un esame dei punti di forza e di debolezza delle campagne di sensibilizzazione e prevenzione, sia una interrogazione su noi stessi in rapporto al corpo, alla sessualità, alla salute.
Ci rivolgiamo a studenti in formazione, lavoratrici e lavoratori, docenti che possono svolgere un ruolo importante per la prevenzione del fenomeno, operatori/trici della accoglienza e dei servizi, persone socialmente fragili esposte per le quali è fondamentale facilitare l’accesso alle cure.
La sfida di fermare l’AIDS, come molte altre decisive questioni sociali, necessita del superamento di razzismo, omofobia e discriminazioni, per costruire un discorso di sensibilizzazione per tutte le persone, offrendo informazione, risorse e servizi nel rispetto di tutti/e.
Appuntamento ore 16,30, sala auditorium del Museo di Sant'Agostino
piazza Sarzano 35, Genova
IL COMMENTO
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