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Il presidente del Senato ha tenuto una lectio magistralis all'Università di Genova
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Incontro promosso dall'Università quello di oggi con il Presidente del Senato Pietro Grasso. Alle 11, nell'Aula Magna in via Balbi 5, lectio magistralis "Ventincinque anni dopo. Successi di ieri e problemi di oggi nella lotta alla mafia": dialogando con il rettore Paolo Comanducci, ha portato la sua testimonianza di procuratore antimafia dell'epoca. 



L'iniziativa nasce da una collaborazione tra Unige e Teatro Stabile di Genova, in ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Chi meglio di lui, del resto, che ha collaborato fianco a fianco con loro durante il maxi processo. Oltre a portare i suoi ricordi, Grasso ha fatto un confronto tra oggi e allora, evidenziando le problematiche dell'attuale lotta alla mafia. 


"L'omicidio di Piersanti Mattarella fu il mio primo caso importante, nel 1980. Mi colpì molto perché in lui vedevo il politico che avrei voluto essere: competente, efficiente, responsabile, capace di guardare al futuro e con grande slancio etico. E' la figura che cerco di tenere sempre presente". Le parole del presidente del Senato, nel corso della lectio magistralis.

La Cosa Nostra di Riina e Provenzano "è distrutta ma non possiamo dire che la mafia non esiste più. Abbiamo debellato la mafia sanguinaria ma oggi esiste una minaccia non meno grave, più insidiosa. La mafia ha smesso di far parlare armi e esplosivi ma non ha rinunciato al potere. Lo fa con altri mezzi, infiltrandosi silenziosa nel tessuto sociale politico e economico e non solo al sud - ha detto Pietro Grasso - ponendosi sempre più come organizzazione capace di operare a livello globale. Fattori geopolitici, mutamenti come la globalizzazione hanno favorito le organizzazioni criminali. Le mafie possono riuscire a determinare i conflitti, controllare i Paesi, aprire e chiudere le alleanze. La battaglia per la legalità non è terminata. Ma le mafie sono dove manca lo Stato, dove manca il lavoro e dove i cittadini pensano di non avere un futuro dignitoso"