Tremilaquattrocentosettantatre. Partiamo da un numero per spiegare la situazione legata alle persone che vivono sotto la soglia di povertà. È questo il numero degli individui che si sono presentati al Comune di Genova nell’ultimo bando pubblico per la richiesta dell’assegnazione di un alloggio popolare.
Un problema, quello delle abitazioni, tornato prepotentemente d’attualità dopo che giovedì scorso, un uomo si è prima cosparso di benzina e ha poi minacciato di darsi fuoco all’interno dei locali comunali del Matitone. Il motivo? Al suo ritorno dalla Spagna ha trovato i sigilli nel portone d’ingresso della sua abitazione. Un gesto forte che avrebbe potuto avere gravissime conseguenze se non ci fosse stato il pronto intervento della polizia locale a bloccare il tutto.
“A fronte delle oltre 3,4mila richieste giunte a Genova al momento sono stati assegnati poco meno di 140 appartamenti” precisa Stefano Salvetti, segretario regionale Sicet Liguria (sindacato inquilini casa e territorio). In totale nel capoluogo ligure sono presenti 9700 appartamenti destinati a soddisfare i bisogni di quelle famiglie che si trovano in stato d'indigenza. Di queste quasi 1100 sono in fase di recupero attraverso opere di manutenzione e ripristino. Ma secondo il segretario del Sicet resta un numero insufficiente: “Se ne liberano più o meno 300 all’anno – prosegue Salvetti – ma su questi poi bisognerà intervenire e investire cifre che variano dai 30 ai 50 mila euro in modo da completare il loro pieno recupero. Ma anche una volta totalmente ripristinati resterà sempre un numero insufficiente a soddisfare tutte le esigenze”.
Nel 2016 per attenuare il problema dal governo nazionale è giunto alle casse locali un finanziamento di 20 milioni, cifra ritenuta dal sindacato al di sotto di quella che è la necessità reale nel paese.
E dallo stesso sindacato di categoria arriva forte una duplice richiesta indirizzata sia alle istituzioni locali che all’amministrazione nazionale. Da una parte la consapevolezza che le difficoltà di chiudere i bilanci da parte dei governi locali non permette uno stanziamento di fondi adeguato a rispondere a tutte le richieste, e per questa emerge la necessità di un lavoro di cooperazione a livello regionale e di singoli comuni per portare avanti le richieste a livello nazionale. Dall’altro la necessità che il governo si faccia carico di una legge quadro capace di stabilire in modo definitivo e chiaro i finanziamenti annui capaci di dare risposte certe alle giunte locali in modo che queste siano in grado a loro volta di farsi carico nel più breve tempo possibile di soddisfare le esigenze dei soggetti più bisognosi.
Due le principali misure richieste dal sindacato: l’ampliamento dell’edilizia pubblica in modo da permettere una più efficace risposta alle necessità evidenziate nel territorio, e un incremento delle risorse destinate al sostegno alla locazione. “Tra gennaio e febbraio – conclude il segretario regionale del Sicet – porteremo avanti a livello nazionale un congresso che metterà l’accento proprio su queste necessità”. In Italia infatti, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, ci sono 18 milioni di persone a forte rischio povertà. Un fotografia chiara di quello che è un Paese che sembra viaggiare lungo due direttrici differenti.
cronaca
Povertà, aumenta la richiesta di aiuti per la casa: i sindacati: "Serve legge nazionale"
Bilanci amministrazioni locali in difficoltà
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