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Al pronto soccorso del San Martino oltre 70 persone questa mattina erano in attesa di essere visitate, qualcuno ha dovuto aspettare anche otto ore per poter essere visitato da un medico. E subito scoppiano le polemiche tra i chi aspetta il suo turno e anche nel resto della città. Ferie dei medici di famiglia, picco influenzale le principali e poco personale le cause di questa situazione.
Ma le code e le lunghe attesa riguardano tutti i principali centri di soccorso della regione, da Ventimiglia a Sarzana. Pazienti furiosi per le estenuanti attese e il responsabile della sanità in Liguria dellla Cgil Igor Magni a Primocanale dice: "E' un disastro annunciato, sapevamo che si sarebbe creata questa situazione e proprio per questo avevamo chiesto all'assessore regionale alla Sanità Sonia Viale di accelerare sulle assunzioni del personale".
E sulla stessa lunghezza d'onda anche Gabriele Bertocchi, segretario generale Funzione Pubblica Cisl Liguria: "La situazione si trascina da tempo, ed è dettata principalmente dall'assenza di personale che va avanti da tantissimi anni. Adesso c'è il concorso per gli infermieri e questo sarà un innesto importante ma sicuramente i nuovi ingressi non basteranno per coprire le 'uscite' di chi andrà in pensione".
Molto problematiche la situazione al pronto soccorso dell’ospedale di Sanremo. Così come negli altri punti della regione anche al Borea si registrano lunghe code e attese infinite prima di poter essere visitati da un medico. “Sono qui dalle 6 del mattino, alle 14 mi hanno visitato. Poi mi hanno lasciato così, in sospeso, in attesa di dirmi qualcosa” dice una paziente, spazientita. Un’altra signora invece racconta: “Sono arrivata alle 9, e alle 14 ancora niente, cosa posso fare? continuo ad aspettare”.
Un’altra donna sui 50anni ai nostri microfoni racconta: “Prevedo di che non mi visiteranno prima di stasera. È proprio il caso di dirlo, ci vuole tanta pazienza, d’altronde – sentenzia la signora - siamo pazienti”. Un uomo invece racconta: “Sono arrivato da poco ma i mie occhi stanno vedendo cose incredibili, evidentemente non ci si rende conto dei diritti che hanno i cittadini”.
Sul tema interviene anche Giovanbattista Traverso, segretario generale ANAO: "La riduzione risorse in situazioni di emergenza come le feste natalizie, ci sono mancanze evidenti e tangibili, e questo colpisce l’opinione pubblica. Nel caso di codici rossi e gialli, necessario un turnover accelerato per gli altri codici e dare una risposta soprattutto nei casi più gravi. Abbiamo avuto parecchi colleghi ammalati e influenzati, in diversi reparti i capo sala si sono adattati ad infermieri di sala".
E' poi Andrea Manfredi, delegato funzione pubblica Cisl a commentare la situazione di questi giorni: "Sono convinto che questa è una cosa che ci portiamo avanti da tanto tempo, un paese civile non dovrebbe avere questi problemi. Tanto lavoro è stato fatto dagli operatori sul campo, anche sotto stress da quando l’influenza è arrivata. Dal 15 dicembre 4000 accessi in ospedale. Un’organizzazione razionalizzata dovrebbe vedere maggiori possibilità di servizi per il paziente".
E' poi Giulio Cecchini, della cimo Liguria (confederazione italiana medici ospedalieri) in diretta tv a Primocanale a esprimere la sua opinione: "La soluzione erano gli ambulatori di codice bianco, fuori dagli ospedali. Esperimento che funzionava benissimo, poi è stato chiuso. Le case della salute non sono prese in considerazione e poco considerate. Sono otto anni che il nostro contratto non viene rinnovato, i medici vanno in pensione e non vengono riassunti, il governo ci prende in giro facendo leggi inutili.
E in serata arriva anche la risposta della Regione Liguria che attraverso un comunicato cerca di fare chiarezza sulla situazione che si sta vivendo in queste ore nei diversi pronto soccorso regional: “Siamo in un momento post festivo - spiega l'assessore regionale alla Sanità Sonia Viale -. Dopo il lungo ponte di Capodanno era previsto un afflusso massiccio di pazienti nei pronto soccorso liguri, oltre 200 oggi solo all’Ospedale Policlinico San Martino, ma la situazione è stata gestita dal sistema ospedaliero e non si devono creare allarmismi nella popolazione. Oggi pomeriggio al primo piano del Pronto Soccorso dell’Ospedale Policlinico San Martino c’erano 15-20 barelle nel momento di massimo afflusso, nella prima giornata feriale dopo i tre giorni delle festività di Capodanno. Se consideriamo che negli anni passati si erano raggiunte anche 60 barelle, il passo avanti è sotto gli occhi di tutti: il sistema delle dimissioni e dei ricoveri nei reparti con la riduzione della permanenza nei corridoi dei pazienti sulle barelle funziona. I dati rivelano anche un numero molto alto di codici bianchi e soprattutto di codici verdi, in parte legati ad accessi non sempre appropriati. Ci sono poi anche molti turisti che, non potendo rivolgersi al proprio medico di famiglia, si sono recati al Pronto soccorso. Il Pd – aggiunge la vicepresidente rispondendo alle critiche mosse dalla capogruppo Paita e dagli altri consiglieri - non trovando appigli per attaccare le azioni messe in campo per governare l’afflusso nei Pronto soccorso, grazie al Piano elaborato dal nuovo sistema dei Diar (Dipartimenti interaziendali regionali, ndr) che non si é riunito solo il 20 dicembre ma, dalla sua costituzione nel mese di ottobre ha fatto numerose riunioni, puntano su una presunta mancata risposta da parte del territorio, smentita dal potenziamento della Guardia Medica, che proprio in questi giorni di festività sta dando risultati importanti".
"Il sistema in questi tre giorni particolari è stato in grado di rispondere al grande afflusso" Così Walter Locatelli, commissario straordinario Alisa.
E' lui stesso a sspiegare: "In queste giornate abbiamo registrato più di 4mila accessi ai nostri pronto soccorso, con una quota di codici rossi e gialli superiori al 40%, in tutti questi casi sono stati rispettati i tempi previsti dalla normativa nazionale e regionale. È chiaro che in questi giorni si registra un iper-afflusso ma abbiamo avuto. Ora occorre che la logistica dia una risposta, perchè occorre mettere gli operatori nelle condizioni migliori per operare nei pronti soccorso. Io non ho visto queste grandi proteste. Il nostro obiettivo è che non si resti in barella più di 8 ore, e al momento questo obiettivo è rispettato al 95%" ha concluso Locatelli.
Ma dal Pd in serata arriva la richiesta attraverso i consiglieri regionali Raffaella Paita, Sergio Rossetti e Giovanni Lunardon delle dimissioni di Walter Locatelli dalla carica di commissario straordinario di Alisa
IL COMMENTO
Come si controllano le acque superficiali in Liguria
Che tristezza la politica che non vuole la sanità