Il tribunale collegiale di Imperia ha condannato, in primo grado, a 8 anni e 6 mesi di reclusione il ginecologo Luca Nicoletti, originario di Genova, all'epoca dei fatti in servizio presso l'ospedale di Imperia, arrestato il 25 febbraio del 2015 con l'accusa di violenza sessuale aggravata, dopo la denuncia di due pazienti (poi salite a sette), che lo accusavano di presunti abusi sessuali commessi durante le visite. Il Collegio (presidente Donatella Aschero, giudice a latere: Caterina Lungaro e Laura Russo) ha poi stabilito una provvisionale di sessanta mila euro a favore di cinque parti offese (per un totale di trecentomila euro), rimandando il risarcimento in separata sede.
Disposta anche l'interdizione da pubblici uffici e il pagamento complessivo di circa diecimila euro come spese legali. Nel corso della requisitoria il pubblico ministero Antonella Politi aveva chiesto 8 anni. In sua difesa, all'indomani dell'arresto si era formato un comitato spontaneo di pazienti o ex pazienti. Nel 2016, Nicoletti è stato reintegrato all'Asl 1 Imperiese, pur se con mansioni diverse, per evitare, in caso di eventuale assoluzione (dopo i tre gradi di giudizio) che l'azienda sanitaria debba risarcire il medico per i mancati guadagni accumulati negli anni. Per la parte civile era presenti gli avvocati: Tito Schivo, Michele Ferrari e Grazia Piacentino. L'imputato è comparso in giudizio difeso dallo studio Vernazza di Genova.
Disposta anche l'interdizione da pubblici uffici e il pagamento complessivo di circa diecimila euro come spese legali. Nel corso della requisitoria il pubblico ministero Antonella Politi aveva chiesto 8 anni. In sua difesa, all'indomani dell'arresto si era formato un comitato spontaneo di pazienti o ex pazienti. Nel 2016, Nicoletti è stato reintegrato all'Asl 1 Imperiese, pur se con mansioni diverse, per evitare, in caso di eventuale assoluzione (dopo i tre gradi di giudizio) che l'azienda sanitaria debba risarcire il medico per i mancati guadagni accumulati negli anni. Per la parte civile era presenti gli avvocati: Tito Schivo, Michele Ferrari e Grazia Piacentino. L'imputato è comparso in giudizio difeso dallo studio Vernazza di Genova.
IL COMMENTO
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