cronaca

E intanto rispunta l'ipotesi Hennebique per il futuro
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"Problemi? Ce ne sono più di prima". Sebastiano Bozzo coordina i grossisti del mercato del pesce di Genova, che circa un anno fa (era il 23 gennaio) si è trasferito da piazza Cavour alla piastra di Cà de Pitta, in Valbisagno. Gli chiediamo un bilancio mentre segue le ultime contrattazioni all'alba: "Le vendite sono calate del 25% in un anno. E direi che è un numero significativo, perché abbiamo visto tutte le stagoni".

Quel trasloco generò settimane di polemiche e scioperi. Oggi il clima è più disteso, ma i mugugni si ripetono. E il sogno degli operatori non è cambiato: riprendersi un mercato sul mare.

Per fortuna a inaugurare la giornata (o meglio: la nottata, perché qui si apre alle due) è una notizia positiva: finalmente le ex stalle dei macelli sono diventate un parcheggio coperto a disposizione dei dettaglianti. "È stato un lavoro complesso di smontaggio e ricostruzione - spiega Sergio Valentino, il direttore del mercato - adesso rispetto a Cavour l'assetto logistico è migliorato". Nella nuova struttura ci sono 24 stalli, che si aggiungono ai 185 scoperti sulla piastra di Cà de Pitta.

All'interno ecco i cassoni pieni di triglie e calamari, le  urla proverbiali e varie risate. Ma gli affari non vanno più come un tempo. "Siamo in una zona dove c'è tanto traffico - spiega Danilo Veloce, rappresentante dei venditori al dettaglio - quindi se non usciamo dal mercato dopo le 7 rischiamo di non arrivare in tempo col pesce". Infatti ci chiede di intervistarlo in fretta, perché tra poco deve aprire la pescheria. Tempi strettissimi che influiscono sulla compravendita: "Purtroppo non siamo lucidi e rilassati quando contrattiamo il pesce. Siamo costretti ad acquistare il prodotto in anticipo e questo ci penalizza sul prezzo". Problema che si amplifica se si pensa che Cà de Pitta serve l'intera città metropolitana e pure il basso Piemonte.

Ogni giorno al mercato operano undici grossisti. Le contrattazioni si fanno direttamente coi negozianti oppure con aste aperte a tutti. I grandi bilici arrivano dai porti del Mar Ligure, ma anche da Spagna e Francia. "In questa situazione dobbiamo arrangiarci - spiega ancora Bozzo - Non è un mercato nuovo, ben fatto, ma un posto adattato allo scopo". Lo spazio per lavorare è poco. "Dobbiamo muoverci nello stretto, e in questo periodo il prodotto non arriva in grandi quantità", lamenta Roberto Trinca, un altro grossista.

Il direttore Valentino cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno: "Resta il fatto che oggi abbiamo uno stabilimento alimentare con bollo Cee, completamente a norma sotto il profilo sanitario, in linea con gli standard di sicurezza. Dopo la chiusura del mercato ittico di piazza Cavour abbiamo assicurato la continuità dell'approvvigionamento e delle vendite. Questa è una sufficiente condizione, ancora migliorabile sotto il profilo degli spazi". Però "è chiaro che bisognerebbe pensare e progettare un mercato nuovo".

Ed ecco il punto cruciale. Lunedì si riunirà la commissione del mercato ittico con Comune, Camera di commercio e tutti i rappresentanti della filiera. Il tema non è in cima all'ordine del giorno, ma dopo gli annunci in campagna elettorale la nuova giunta dovrà chiarire le sue intenzioni. "Dal mio punto di vista, un mercato vicino al mare sarebbe la soluzione migliore - spiega Paolo Corsiglia, presidente della commissione - ancora meglio se fosse vicino alla zona dove attraccano i pescherecci". Inevitabile, quindi, pensare a Hennebique. "C'è chi lo vuole ristrutturare e chi lo vuole abbattere. Indubbiamente è una realtà interessante. Forse un po' sproporzionato, ma potrebbe essere il posto giusto".

Per l'ex silos granario, che sorge a pochi metri dalla Darsena, nulla è ancora deciso. A inizio gennaio è stata firmata l'intesa tra Regione, Comune, Autorità portuale e Soprintendenza. Entro un anno verranno stabiliti i vincoli sull'edificio per poi procedere alla gara pubblica. Una delle ipotesi è quella di portarci il mercato del pesce insieme a ristoranti e attività didattiche. È l'idea del 'palazzo del mare' che Toti e Bucci lanciarono in primavera. Ma anche in questo caso le criticità sono tante: dall'uso degli spazi interni alla difficoltà di accesso, realizzare un progetto del genere sarebbe tutt'altro che semplice. Nel frattempo, in Valbisagno si continua a sperare. Con l'odore del mare che si mescola alla foschia mattutina del fondovalle.