cronaca

"Non si parlava mai di lavoro, ma di "
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La Eco.Ge., l'azienda genovese che si occupava di bonifiche, "non ha mai beneficiato del rapporto di amicizia tra me e Corrado Grondona. Le cose dette al telefono erano tutte millanterie". Lo ha detto in aula Gino Mamone, imprenditore, sentito per oltre tre ore nel processo che lo vede imputato, insieme ad altre nove persone e 3 imprese, su un giro di escort in cambio di appalti.

"Le cene con le escort erano solo divertimento, non si parlava mai di lavoro. Ognuno pagava la sua quota e poi faceva quello che voleva con le ragazze. Addirittura io spesso andavo via prima. Una volta sola si parlò del curriculum di mia cognata, ma non venne poi assunta da nessuna parte".

Mamone, che era stato arrestato insieme a Corrado Grondona, ex responsabile Affari generali di Amiu, ha detto di avere conosciuto il funzionario Amiu nel 2012. I pm Paola Calleri e Francesco Cardona Albini in aula hanno però letto alcune intercettazioni di altri processi, per fatti del 2007, in cui Mamone parlava con l'allora presidente di Amiu Paolo Momigliano e con lo stesso Grondona per dimostrare che le conoscenze e gli "affari", secondo l'accusa, erano datati ben oltre.

"Erano tutte millanterie. Anche con mia moglie millantavo conoscenze, aiuti, e circostanze che in realtà non erano vere". L'inchiesta aveva portato all'arresto di Gino Mamone e Grondona ma anche di Vincenzo e Luigi Mamone e Claudio Deiana nel 2014.

Gli altri imputati sono Stefano e Daniele Raschellà, imprenditori, e i tre dipendenti Amiu Carlo Sacco (direttore della discarica di Scarpino); Massimo Bizzi e Roberto Ademio (funzionari dell'azienda). Le accuse, a vario titolo, sono associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e la turbativa d'asta. Secondo l'accusa, gli imprenditori avevano ottenuto quattro milioni di appalti, senza alcuna gara, dopo aver offerto a Grondona serate a base di sesso. I carabinieri del Noe, però, avevano scoperto che il funzionario avrebbe intascato anche vere e proprie mazzette in contanti. Quei soldi, sostengono gli inquirenti, sarebbero finiti in conti in Svizzera.