
Presenti numerosi ammalati e diversi accompagnatori di varie associazioni ecclesiali e laiche come Oftal, Unitalsi, Cavalieri di Malta, Croce Rossa. Dopo l'omelia il porporato ha celebrato il rito dell'unzione degli infermi. "La cultura odierna, in tutti i modi e da tutti i pulpiti - ha detto ancora Bagnasco - decanta e ci impone" un'altra visione, ovvero "che la vita deve essere sempre senza limite, senza difficoltà e sofferenze, senza dolori fisici né morali".
Ma questa, per Bagnasco, è una visione da "stolti, perché non sarà mai così". Infatti "per imparare a vivere dobbiamo imparare a soffrire" e questa "è la verità della vita". Il porporato ha poi rivolto un pensiero "alle tante persone che vi accompagnano non per altro ma per voi. Ci ricordano che l'amore è possibile solo se siamo disposti al sacrificio", che "amare è sacrificio" e che questo "non vuol dire tristezza ma vuol dire gioia profonda".
IL COMMENTO
Dai dazi di Trump al voto per Genova, quando il mondo va alla rovescia
"Ti ricordi Bilancia?" 17 vittime scelte per odio e per caso