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E' quanto scrive il giudice per l'udienza preliminare Angela Nutini nelle motivazioni della sentenza di assoluzione dell'amico della giovane, Gabriele Rigotti. "E' vero - scrive il magistrato - che la versione della minorenne (l'amica di Adele presente quella sera insieme a Rigotti e al fidanzato Sergio Bernardin) non è perfettamente congruente ma corrisponde al vero il fatto che tutti i ragazzi abbiano pianificato giorni prima di 'sballarsi' il venerdì e che abbiano anche contribuito all'acquisto".
Per il giudice, dunque, per la morte di Adele non sarebbero colpevoli né Rigotti né il fidanzato Bernardin ma "vi è stato un diverso soggetto non imputato nell'odierno procedimento che per certo ha venduto la droga al gruppo", facendo riferimento al pusher. Il gup aveva ordinato però la restituzione degli atti al pm Michele Stagno per indagare Rigotti in concorso per omissione di soccorso, visto che a chiamare i soccorsi fu solo il netturbino che vide la giovane stare male in via San Vincenzo e gli amici che non facevano nulla.
Le motivazioni sono state acquisite nel processo con rito ordinario nel processo a carico di Bernardin che a questo punto potrebbe essere assolto anche lui. Secondo la ricostruzione degli agenti della squadra mobile, invece, i due (difesi dagli avvocati Elio e Riccardo Di Rella, Nicola Devoto, Giorgio Franchini e Luigi Sannino) la sera in cui morì Adele avevano consumato ecstasy a casa di Rigotti con la ragazza e un'altra minorenne: la droga era stata acquistata da un pusher di 17 anni a Busalla, indagato dal tribunale dei minori. La giovane si era sentita male in via San Vincenzo, nel centro di Genova e p
IL COMMENTO
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