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Festa del Carroccio a Genova, Toti rilancia: "Partito unico? Berlusconi non è insensibile"
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 Il Pd, dopo le dimissioni di Renzi, sceglie Maurizio Martina come traghettatore e si chiama fuori dalla maggioranza. "Cari Di Maio e Salvini, prendetevi le vostre responsabilità", scandisce il vice segretario in direzione chiedendo unità. E la ottiene, perché la relazione 'renziana' trova solo 7 astensioni (l'area Emiliano) e nessun voto contrario.

Nel frattempo, però, dalla festa della Lega Nord a Genova arrivano chiari altolà al Movimento 5 Stelle: "Devono decidere se vogliono un Paese che cresce o un Paese gestito come la Dc ha sempre gestito il mezzogiorno, cioè con un reddito di cittadinanza che apre al voto di scambio", dice il segretario ligure ed ex vice di Salvini Edoardo Rixi, neo eletto alla Camera.

A pochi giorni dalla prima convocazione delle camere, lo stallo non pare superato. Nel ristorante di corso Italia, con un folto pool di politici (leghisti e non), amministratori e imprenditori, va in scena la festa del centrodestra modello Toti che non teme il verde Lega. Anche se qualcuno fa notare: "Non è più verde, ma azzurra".

Il governatore, ancora una volta 'scaricato' dal Cavaliere sull'idea del partito unico, reagisce con serenità: "Sicuramente ci sono sensibilità diverse. Ma Berlusconi è stato il primo federatore del centrodestra, credo che la sua mentalità sia quella di una coalizione forte, unita e vincente. Dopodiché oggi siamo maturi per fare anche uin passo oltre e trovarci insieme in un grande contenitore. Capisco la sua prudenza, ma non credo che sia insensibile all'argomento". Insomma, l'ex delfino si sente legittimo erede e non ne fa troppo mistero.

"Abbiamo vinto noi, il M5s ha preso meno voti", si ripete anche qui come un mantra. Sì, ma a Palazzo Chigi chi ci va? "Si proverà a fare un governo di carattere programmatico - spiega Francesco Bruzzone, neo senatore - noi però saremo lì a difendere Terzo Valico, Gronda, il ribaltamento a mare di Fincantieri. Ci piace il reddito da lavoro, non quello da non lavoro". E poi, chiarisce ancora Rixi: "Le aperture ci saranno su alcuni temi, ma però abbiamo una ricetta chiara. Anche Salvini la pensa così? Certo, ero con lui fino a oggi pomeriggio". Insomma, nessun asse con Di Maio. Almeno a parole.

Gira che ti rigira, un ipotetico governo Salvini dovrebbe andare comunque a cercarsi i voti altrove. Magari proprio in quel Pd che chiude al centrodestra, ma nei singoli parlamentari potrebbe trovare convergenza proprio sui nodi che più lo distanziano dal Movimento. Come le infrastrutture. Renzi, nel frattempo, lascia, ma nella sua e-news chiosa: "Io non mollo".