cronaca

Il magistrato genovese nella bufera
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 L'apertura di una pratica sul pm di Genova Enrico Zucca è stata chiesta al Csm dal presidente della prima commissione Antonio Leone per valutare se vi siano "profili di incompatibilità", cioè se il magistrato vada trasferito d'ufficio. Il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini ha detto che sottoporrà la questione al prossimo comitato di presidenza e ha definito doveroso l'intervento del Csm.

Zucca in questi giorni è finito in mezzo alla bufera
dopo aver detto, nel corso di un dibattito coi genitori di Giulio Regeni a Genova, che "i nostri torturatori sono ai vertici della polizia", domandandosi poi: "Come possiamo chiedere all'Egitto di consegnarci i loro torturatori?". Parole che hanno scatenato valanghe di critiche tra cui quelle del capo della polizia Gabrielli che ha parlato di "arditi parallelismi e infamanti accuse che qualificano soltanto chi li proferisce", chiedendo "rispetto per chi ha dato la vita". 

"Il Csm ha l'obbligo di portare all'attenzione della prima Commissione questo caso", ha detto Leone, annunciando la sua iniziativa, mentre Legnini ha definito quelle di Zucca "affermazioni inaccettabili che necessitano di una valutazione della Commissione consiliare competente". Dai consiglieri di Area, Ercole Aprile e Piergiorgio Morosini è arrivato un invito alla cautela. No a "giudizi sommari - ha detto Aprile - sia perché la vicenda potrebbe avere altri risvolti procedimentali, sia perché bisogna verificare con attenzione il contesto in cui tali dichiarazioni sono state rese e leggerle con attenzione nella loro completezza, dato che potrebbero essere state riportate dalla stampa in maniera troppo sintetica".

La stessa esigenza è stata posta da Morosini: "la drammatica vicenda del G8 del 2001, oggetto di sentenze non solo della magistratura italiana ma anche della Corte europea dei diritti dell'uomo, impone grande cautela nella valutazione delle dichiarazioni riferibili, secondo alcuni quotidiani, al pubblico ministero di Genova Enrico Zucca. Prima di formulare ogni giudizio, anche di tipo deontologico, è bene conoscere integralmente i passaggi salienti dell'intervento e il contesto in cui le frasi sono state riferite".