Quello che continuo a sostenere da anni è che l'aumento dei traffici, se non supportato da infrastrutture, condanna Genova al caos totale e inficia ogni tentativo di far crescere la città in tutti gli altri settori.
Non voglio che la mia città diventi solo un attraversamento di camion che bloccano ogni altra ambizione dalla crescita turistica ad essere appetibile per attrarre nuovi insediamenti. L’equilibrio tra porto e città deve essere programmato e illustrato costantemente ai cittadini e ad oggi questo non è avvenuto. Se aumentano gli accessi e i collegamenti possono allora aumentare i traffici, contrariamente dovrebbero diminuire.
E ci vogliono garanzie, non parole. Basta vedere cosa è accaduto in questi due giorni di scioperi, ma anche in qualsiasi giorno andare a vedere a ponente il traffico di Tir che assedia strade e autostrade.
Ieri l'incontro in Regione tra Aponte, Schenone, Signorini e Bucci: dalle notizie uscite sembrerebbe esser stato positivo ma la domanda che noi cittadini e in particolare il sindaco ci dobbiamo porre è se le vie di uscita dal porto di Sampierdarena, ancor più con l’apertura di Bettolo, per camion e treni saranno pronti prima dell’annunciato aumento dei traffici: quindi è d'obbligo venga presentato un cronoprogramma del nodo autostradale e del fascio binari che dalle banchine dovrà collegarsi al Campasso alla rete ferroviaria e in prospettiva al Terzo Valico.
Ci rendiamo conto che siamo già nel caos e nell’emergenza quotidiana con interminabili code di Tir? Quanto detto dal presidente dell’Autorità Paolo Signorini nel convegno di lunedi 26 a Terrazza Colombo mi preoccupa molto e deve trovare rapida risposta: che posizione prende Rfi (Rete ferroviaria italiana) per portare i binari dal Campasso alle banchine?
Nota bene: la competenza è senza dubbio dell’Autorità di Sistema Portuale ma proprio nel corso del convegno del 26 ottobre sempre in Terrazza Colombo, organizzato in collaborazione con la Camera di Commercio, aveva aperto ad una fattiva collaborazione con Rfi proprio per la dichiarata, dalla stessa Adsp, incapacità di procedere da parte dell’Autorità Portuale di Genova-Savona.
Signorini lunedi 26 marzo ha espresso forte preoccupazione in merito all’interesse di Rfi sull'operazione e sui tempi di realizzazione. Sia chiaro: se non arrivano i binari in banchina a Sampierdarena, se non diventano realtà con un cronoprogramma preciso, se non viene chiarito in quali punti si comporranno i famosi treni da 750 metri sia al Vte-Psa che a Sampierdarena, che consentirebbero veramente di portare via centinaia di migliaia di container diminuendo davvero la congestione in continuo aumento di traffico sulle strade, si ammetterebbe, di fatto, che il Terzo Valico avrebbe una utilità molto ridotta rispetto alla sua stessa progettazione e capacità.
Stesso problema riguarda il nodo autostradale di San Benigno e le vie di accesso al porto che devono essere implementate in modo consistente scavalcando le vie cittadine e raggiungendo i vari terminal di Sampierdarena compreso proprio Bettolo.
A Rfi e al prossimo Governo si deve anche sollecitare con forza e determinazione il quadruplicamento della linea Tortona-Milano, altro collo di bottiglia posto a nord dopo il Terzo Valico che ne minimizza ogni vantaggio specie per il traffico passeggeri e che spesso viene visto con gli occhi foderati di prosciutto, anche da autorevoli esponenti della politica e dell'imprenditoria locale che non conoscono queste problematiche del tutto evidenti e continuano a pensare a treni veloci che collegano le due città mentre il traffico con un valico in più semmai aumenterà costringendo i treni passeggeri a viaggiare a 100 km/h in coda dietro a treni merci e locali prioritari per i pendolari che giustamente devono veder rispettati i loro diritti. Altro che alta velocità e 35 minuti!
Progettazione e finanziamenti devono essere programmati già da quest’anno. Tutta la città e i nuovi nostri rappresentanti politici a Roma devono conoscere e operare in questa direzione se vogliamo davvero toglierci entro 10 anni dall'isolamento e rendere compatibile gli interessi del porto con quelli della città e dando un senso ai colossali investimenti in corso sul Terzo Valico.
Se andremo avanti in questa direzione nell’arco di un decennio potremo davvero avere una città diversa con più traffici, meno traffico, più turismo e diventare molto appetibili per insediamenti di nuove aziende. Tutto passa dalle infrastrutture ad oggi concepite senza una visione complessiva e con evidenti pezzi mancanti. Bisogna aprire tutti gli occhi, capire le problematiche e diventare concreti!
porti e logistica
Porto e città, equilibrio in pericolo: a rischio l'efficienza del Terzo Valico
Servono risposte certe, basta parole
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