I Livelli essenziali di assistenza (Lea) sono costituiti dall’insieme delle attività, dei servizi e delle prestazioni che il Servizio sanitario nazionale (Ssn) eroga a tutti i cittadini gratuitamente o con il pagamento di un ticket, indipendentemente dal reddito e dal luogo di residenza.
Fino a quando i Lea rimarranno alla base del nostro sistema sanitario, nessuno potrà essere escluso dalle cure perché troppo anziano o bisognoso di prestazioni troppo costose, perché dedito a comportamenti nocivi alla salute, troppo povero o, paradossalmente, troppo ricco: un reddito elevato può, al limite, giustificare la corresponsione di un ticket, ma non l’esclusione dal diritto all’assistenza.
Oltre all’art. 32 della Costituzione (La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti), è la legge di istituzione del Ssn del 1978 a introdurre per la prima volta il concetto di “livelli di prestazioni sanitarie che devono essere garantiti a tutti i cittadini”, concetto ribadito e rafforzato nelle successive riforme.
I Lea sono stati definiti a livello nazionale con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001, entrato in vigore nel 2002. La riforma del titolo V della Costituzione ha poi previsto per le Regioni la possibilità di utilizzare risorse proprie per garantire servizi e prestazioni aggiuntive (ma mai inferiori) a quelle incluse nei Lea. Questo comporta che i Lea possano essere diversi da Regione a regione (fermo restando che quelli definiti a livello nazionale vengono garantiti in tutto il territorio italiano).
Il Servizio sanitario nazionale assicura l’assistenza sanitaria e socio sanitaria alle persone con disabilità, fragilità e non autosufficienza. Quando le condizioni cliniche del soggetto lo permettono e il nucleo familiare può garantire adeguata disponibilità di presenza e comfort ambientale, le cure sono offerte prioritariamente a domicilio; in alternativa, gli assistiti sono ospitati in strutture residenziali o semiresidenziali, accreditate dal Servizio sanitario regionale per l’erogazione delle prestazioni di cui hanno bisogno.
Questo tipo di assistenza è, il più delle volte, integrata con prestazioni sociali.
Disabilità e non autosufficienza sono le definizioni più comuni per indicare la condizione delle persone che presentano gravi difficoltà a interagire con il proprio ambiente a causa della perdita permanente, totale o parziale, delle abilità fisiche, psichiche, sensoriali, cognitive o relazionali necessarie a svolgere le azioni essenziali della vita quotidiana senza l’aiuto di altri. Con il termine di “fragilità” si definisce una condizione di salute instabile e precaria, anche per la presenza di più patologie, che può rapidamente deteriorarsi a causa di eventi stressanti, fisici o psicologici e trasformarsi in non autosufficienza.
L’assistenza alle persone disabili e non autosufficienti ha subìto negli ultimi tempi una evoluzione che si è concretizzata nel passaggio dal “curare” al “prendersi cura” della persona, nella complessità e globalità dei suoi bisogni, con un'attenzione particolare anche alla famiglia e al contesto sociale di riferimento.
È nato così il Punto Unico di Accesso (PUA), in alcune Regioni è chiamato anche Punto Unico di Accesso Socio Sanitario (PUASS), che può essere collocato presso il Distretto sanitario oppure in locali messi a disposizione dal Comune (ex Segretariato sociale), ed è il luogo a cui ogni cittadino può rivolgersi per ottenere qualsiasi informazione relativa alle prestazioni sanitarie erogate dalla Asl e ai servizi sociali erogati dal Comune, o per segnalare la necessità di assistenza sanitaria e/o sociale.
*Luca Pallavicini - Presidente Ascom Salute Genova
salute e medicina
Come funziona il PUA per le persone non autosufficienti?
Il presidente di Ascom Salute Genova
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